Marcel è una conchiglia, indossa le scarpe e ogni giorno affronta la vita con stupore e coraggio. La sua famiglia è scomparsa e anche se “servono 20 molluschi per fare una comunità” non si arrende. Marcel The Shell With Shoes On, al cinema dal 9 febbraio con Lucky Red e Universal Pictures, è la sua storia. Un mockumentary in cui vorremmo credere, perché a Marcel vogliamo subito bene.
Il film d’animazione in tecnica Stop Motion è tratto dai cortometraggi di Dean Fleischer-Camp e Jenny Slate, rispettivamente regia e voce del personaggio, che tra il 2010 e il 2014 hanno totalizzato 48 milioni di visualizzazioni su YouTube. Come in Toy Story, Marcel ci emoziona per la grande umanità del suo piccolo protagonista. Dean Fleischer-Camp gioca con la realtà di Marcel, che coincide con le stanze della casa ma sembra non esaurirsi mai.
Gli oggetti quotidiani sono trasformati e una pallina da tennis bucata diventa la macchina perfetta per rotolare via. La lavanderia di casa è luogo del terrore, perché una conchiglia non esce intatta da una centrifuga. I giradischi sono karaoke, mentre la polvere adagiata su un tavolino permette di pattinare.
Marcel vive un mondo che fa vibrare il nostro, perché composto degli stessi elementi ma capovolti di senso. Come Charlie Chaplin che cucina una scarpa e se ne gode i lacci, Marcel ha per materasso un panino e lo chiama “breadroom”.
La scoperta di questa realtà è gioiosa e l’interazione tra Marcel e la telecamera di Dean rinnova continuamente lo stupore. Ma Marcel The Shell With Shoes On è un film che resta allo spettatore perché affronta con gentilezza anche temi importanti, come il lutto e la separazione.
I grandi eventi della coppia proprietaria della casa di Marcel portano via la sua comunità. I due si lasciano e le stanze diventano B&B. Marcel è la testimonianza di un mondo che vive anche quando non ci siamo, proprio come Toy Story. Un cambio di prospettiva che accende l’interesse e proietta un faro sulle piccole cose.
Marcel The Shell With Shoes On non smette mai di essere un film tanto semplice quanto imprevisto. Ogni elemento è una piccola invenzione che ci scuote, ma nonostante qualche twist restiamo sempre con Marcel e tanto basta alla storia. Il falsetto di Jenny Slate imprime la voce della piccola conchiglia come qualcosa di unico. È un personaggio logorroico, flusso di coscienza e curiosità che si interroga su tutto e riuscirà a ribaltare il documentario, interrogando il regista.
Marcel The Shell With Shoes On è candidato come Miglior Film D’Animazione agli Oscar 2023 (leggi l’articolo) ed è un film raro, che ci fa del bene. Nonostante l’attenzione maniacale ai piccoli oggetti, alle scatole o alle foglie di Marcel, lungo la storia prendiamo ampi respiri. La tecnica Stop-Motion è fluida e segue sempre le necessità del racconto; infonde vita a Marcel, e ci fa dono di un nuovo amico.
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