In concorso al MedFilm Festival per la sezione internazionale documentari “Open Eyes” il documentario di Anita Lamanna e Erwan Kerzanet dal titolo Magna Graecia/ Europa Impari.
Un ritratto polifonico della Calabria : delle donne, un insegnante e i suoi alunni, degli immigrati, di un sindaco e un magistrato. Racconti di resistenza e di dignità prendono forma sullo sfondo di un’Italia ferita, che non dimentica le sue origini e la propria cultura. Una testimonianza della complessità e della crudeltà della nostra epoca.
“Abbiamo cercato di descrivere un luogo attraverso le anime delle persone che lo abitano”, dicono i registi. La regione sembra attraversare una stagione di particolare attenzione da parte del cinema: proprio lo scorso anno è stata protagonista del film di Francesco Munzi Anime nere, un viaggio nel cuore dell”ndrangheta, ma non solo, raccontato attraverso la storia di tre fratelli calabresi che ha vinto ben nove premi ai David di Donatello 2015. “Le donne, un insegnante e i suoi alunni, alcuni immigrati, un poliziotto, l’ex sindaco di Rosarno Peppino Lavorato, il procuratore aggiunto della Repubblica del Tribunale di Reggio Calabria Nicola Gratteri narrano le proprie storie sullo sfondo del Mar Ionio – dice Lamanna all’AdnKronos spiegando poi che questo progetto è nato nel 2012 – descrive un mondo dove le donne preparano pacchi pieni di provole, cipolle di Tropea e passate di pomodori da spedire ai propri figli emigrati nel nord d’Italia, scappati dalla disoccupazione e dalla ‘ndrangheta e dove “da una scemenza si monta una favola”. Una realtà dove l’insegnate di lettere della scuola media di Lauropoli (Claudio Dionesalvi) cerca in ogni modo di educare i suoi alunni alla coesistenza e dove il giornalista pakistano Jamil Abdul spiega all’immigrato le lunghissime procedure che dovrà affrontare per ottenere il permesso di soggiorno. “Abbiamo filmato delle conversazioni e dei momenti della quotidianità- dice Erwan Kerzanet- Pensavamo che avremmo trovato solo gente che non avrebbe avuto voglia di parlare e invece talvolta era perfino difficile contenerli”.
“Il titolo si riferisce al territorio delle colonie greche che si sono stabilite in Calabria nell’antichità da Sibari a Crotone fino a Rosarno e Crucoli. Il nome che i latini davano a queste colonie è una traccia che racconta una migrazione che esiste dall’antichità – spiega ancora Lamanna – I greci furono anche loro dei migranti che si stabilirono sulle coste del sud Europa dando vita a meravigliose civiltà. Magna Graecia insomma è un luogo antico, Europa Impari invece è il presente. Un presente dove la migrazione genera paura”, aggiuge la regista calabrese di origine e anche lei emigrata, prima a Roma poi a Parigi. Le fa eco Kerzanet: “Il presente è un’Europa che è sempre alla ricerca di un equilibrio”.
Il film sarà programmato anche al Kino (via Perugia 34) venerdì 13 novembre e sabato 14 novembre.
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