Riflettere sui confini osmotici tra arte contemporanea e cinema, per promuovere uno scambio attivo tra gli spazi museali e il circuito cinematografico. É questo l’obiettivo di “Intermezzo”, l’evento promosso dalla casa di produzione Dugong Films, in occasione dei suoi dieci anni di attività, che animerà il cortile del MACRO – Museo d’Arte Contemporanea di Roma il 21 e 22 luglio per due giorni di proiezioni, incontri con gli artisti e live set.
Yuri Ancarani, Rä di Martino e Flatform, sono i tre artisti internazionali, autori delle opere audiovisive scelte per le proiezioni, e proposte in un originale allestimento che si “espande” nella galleria vetrata del museo. Dialogano con i film, anticipandoli o seguendoli, gli “intermezzi” musicali di Max Casacci, Matteo Pit, Conversation Piece, Giulia Tagliavia.
Si comincia mercoledì 21 luglio con Quello che verrà è solo una promessa, l’opera di Flatform, presentata per la prima volta a Roma. Presentato in anteprima al Festival di Cannes nel 2019, il film del Collettivo artistico con base a Milano e Berlino è un unico lungo piano sequenza attraverso l’isola di Funafuti, nell’arcipelago di Tuvalu, teatro da qualche anno di un fenomeno unico: per effetto del surriscaldamento del mare l’acqua salata risale dal sottosuolo, affiora attraverso le porosità dei terreni e li allaga mettendo a rischio il futuro della vita sull’isola. Nella stessa sera in programma altri due film, entrambi premiati dall’Eurimages Lab Project Award, in un’inedita versione “Remix”: Tutto l’oro che c’è di Andrea Caccia e Controfigura di Rä di Martino. Tutto l’oro che c’è è un’esperienza estatica e immersiva nel Parco del Ticino, che sarà accompagnata dal live set di Max Casacci e il suo progetto Earthphonia, che raccoglie i suoni della natura, i rumori, i versi degli animali, gli schiocchi delle radici, per trasformarli in vere e proprie sinfonie senza l’utilizzo di strumenti musicali. Controfigura è un viaggio meta-cinematografico che attraversa idealmente la città di Marrakech, tra piscine lussureggianti e il deserto circostante, e sarà musicato dal vivo dai Conversation Piece, il nuovo progetto musicale di Simone Alessandrini, Simone Pappalardo e Mauro Remiddi, un materiale sonoro fatto di campionamenti e manipolazioni di sax e voce che si fondono fino a perdere qualsiasi riconoscibilità.
La serata di giovedì 22 luglio si apre con il live set “Scratched memories” di Giulia Tagliavia, pianista e compositrice, che per l’occasione rielabora le musiche realizzate per Samouni Road, il film di Stefano Savona. Segue un viaggio ipnotico e magico con due film di Yuri Ancarani, i cui lavori nascono da una continua fusione fra arte e cinema documentario, caratterizzato da una narrazione che esplora luoghi abitualmente poco visibili. Sèance è stato girato a Torino dentro le stanze della spettacolare Casa Mollino, ambiente stratificato e ricco di segni appartenuto all’architetto, fotografo e designer, scomparso nel 1973. Mollino viene evocato dalla sensibilità medianica di Albania Tomassini.
Whipping Zombie è un film ipnotico girato in un remoto villaggio di Haiti, che racconta di una danza rituale in cui si mettono in scena le dinamiche del periodo della schiavitù. È la danza degli zombi. Come intermezzo tra i due film un dj set di Matteo Pit, artista multidisciplinare che lavora tra musica e arti performative.
Completano il programma di Intermezzo due talk che si sviluppano sul tema di una nuova filiera tra arte e cinema e coinvolgono diverse personalità e istituzioni che operano al confine tra questi due mondi.
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