Non tutte le festività vengono per nuocere, ma alcune sì! Sembra essere questo il concetto che genera forse il film italiano che meglio racconta il lato oscuro delle festività, L’Ultimo Capodanno (1998) di Marco Risi ha un posto tutto suo.
Tratto dal racconto L’ultimo Capodanno dell’Umanità di Niccolò Ammaniti, il film offre un ritratto disincantato e sopra le righe della società italiana di fine millennio, con una narrazione corale che si sviluppa durante la notte di San Silvestro.
La vicenda si svolge in un condominio di Roma durante la notte di San Silvestro, un microcosmo di tensioni e segreti pronti a esplodere. Luciana, interpretata da una magnetica Monica Bellucci, è una casalinga che, tradita dal marito, decide di mettere in atto una vendetta spettacolare, mentre Giordano, un giovane interpretato da Claudio Santamaria, cerca disperatamente di riconquistare l’ex fidanzata. Tra gli altri inquilini, una coppia borghese (Marco Giallini e Ilaria D’Elia) vive intrappolata in dinamiche tossiche, e la vedova Allegri (Mariangela D’Abbraccio) cela un segreto inquietante.
Man mano che la narrazione si sviluppa, le storie dei condomini si intrecciano in un crescendo di violenza, humor nero e situazioni assurde, culminando in un finale che mescola caos e liberazione in una vera esplosione letterale e metaforica.
La festività, con le sue aspettative di gioia e rinnovamento, diventa il contesto perfetto per mettere in luce le ipocrisie, i conflitti e le fragilità dei personaggi. Il tono del film alterna momenti di suspense e dramma a sprazzi di comicità grottesca.
La regia di Marco Risi esalta l’assurdità delle situazioni con un montaggio frenetico e una fotografia che gioca con i contrasti tra gli interni claustrofobici e l’esplosività della notte di Capodanno. L’atmosfera si carica di tensione con l’intrecciarsi delle trame dei personaggi che convergono verso un finale imprevedibile e liberatorio.
Il film si avvale di un cast corale di alto livello. Monica Bellucci offre una performance carica di carisma e sensualità, mentre Claudio Santamaria e Marco Giallini mostrano una versatilità che bilancia dramma e ironia. La presenza di attori del calibro di Ricky Memphis, Alessandro Haber e Beppe Fiorello contribuisce a creare un microcosmo variegato e credibile, dove ogni personaggio rappresenta un pezzo della società italiana.
L’Ultimo Capodanno si inserisce nel filone del noir durante le festività per il suo approccio disilluso e cinico al concetto di festa. Le dinamiche interpersonali e i segreti che emergono nel condominio ricordano alcune delle tensioni tipiche dei noir, pur declinate in una chiave più grottesca e sopra le righe. La sceneggiatura, firmata dallo stesso Risi insieme a Ammaniti, è ricca di dialoghi taglienti e situazioni surreali che amplificano l’impatto emotivo della storia.
Alla sua uscita, L’Ultimo Capodanno fu accolto con reazioni contrastanti. La critica apprezzò l’audacia del progetto e le sue ambizioni stilistiche, ma il film non trovò il successo di pubblico sperato. La sua natura eccentrica e il tono grottesco hanno reso difficile una categorizzazione immediata, facendolo diventare un’opera di culto per un pubblico ristretto.
L’Ultimo Capodanno è un’opera da riscoprire. Marco Risi ci regala un affresco dissacrante e stilisticamente audace della società italiana, trasformando la notte di Capodanno in un teatro di eccessi e rivelazioni. Un’esperienza cinematografica unica che, tra esplosioni letterali e metaforiche, ci ricorda che non tutti i festeggiamenti portano felicità.
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