Un impeccabile Neri Marcoré in doppiopetto e borsalino si aggira per la Garfagnana, per l’occasione trasformata in un set:
sono i primi ciak de L’Orizzonte Chiuso, la docufiction basata sull’omonimo romanzo di Silvia Angelini, Oscar Guidi e Paola Lemmi, prodotta da Rai Fiction e dalla società toscana Alfea Cinematografica di Alberto Gabrielli, che firma anche le prime immagini di backstage pubblicate su sito della Toscana Film Commission.
Le riprese, iniziate il 6 novembre, saranno realizzate per la maggior parte in Toscana, tra i comuni di Castelnuovo di Garfagnana, Castiglione di Garfagnana e nelle zone limitrofe. Il set si sposterà poi per alcuni giorni in Lombardia, negli spazi del Memoriale della Shoah di Milano presso il binario posto sotto la Stazione Centrale, da cui partivano i treni diretti ad Auschwitz.
Il progetto, con protagonista Neri Marcorè, ripercorre la vicenda poco nota di un gruppo di circa 70 ebrei definiti stranieri dal regime fascista, che tra il 1941 e il 1943 furono costretti a vivere in “internamento libero”, ossia domicilio coatto, a Castelnuovo di Garfagnana. I due anni di convivenza forzata consentirono, nonostante i divieti, lo svilupparsi di rapporti di vario tipo fra il gruppo degli ebrei internati e la comunità locale, a volte di conflitti e incomprensioni, ma soprattutto di reciproco aiuto e solidarietà. Ma gli orrori della Seconda Guerra Mondiale finiranno per sconvolgere anche questa realtà.
La regia della docufiction è di Luca Brignone, la sceneggiatura è di Mario Cristiani, Cosetta Lagani e Stefano Nannipieri. Produttore creativo Cosetta Lagani, produttore esecutivo Stefania Balduini. La docufiction è realizzata in collaborazione e con la consulenza scientifica della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea – CDEC di Milano.
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