Lon Chaney e Joan Crawford inaugurano le Giornate del muto

The Unknown (1927), film maledetto girato da Tod Browning e ritrovato da Henri Langlois, inaugura le Giornate del cinema muto di Pordenone


L’evento speciale che apre la 41ma edizione delle Giornate del Cinema Muto di Pordenone, sabato 1° ottobre alle 21 al Teatro Verdi, è uno dei titoli cult della storia del cinema, The Unknown (Lo sconosciuto, 1927). Un film maledetto girato da Tod Browning, uno dei padri dell’horror con una spiccata predilezione a rappresentare il diverso, il mostruoso (Freaks e Dracula sono altri suoi titoli celebri) e interpretato dal suo attore preferito Lon Chaney, che in The Unknown fornisce la prova più sbalorditiva del suo talento. L’attore era noto per la sua abilità nel trucco, che gli era valsa l’appellativo di “uomo dai mille volti”, ma qui oltre all’espressività facciale, Chaney fa recitare tutto il suo corpo nel ruolo di un circense, Alonzo, mutilato di entrambe le braccia che si esibisce lanciando i coltelli con i piedi. Sua partner in questo numero è Joan Crawford, giovanissima ma già affermata, oggetto dell’amore folle ed ossessivo di Alonzo. L’attrice fu molto impressionata dal talento di Lon Chaney tanto da affermare in seguito, nel corso di una lunga carriera che le fruttò anche un Oscar, di aver imparato più da lui che da qualsiasi altro collega con cui aveva lavorato. Un’ammirazione condivisa da tanti colleghi di Hollywood e dal pubblico di tutto il mondo per un attore che, pur essendo morto a 47 anni, è diventato un punto di riferimento imprescindibile per ogni amante dell’horror.

Per molti anni dopo la fine del cinema muto, The Unknown fu considerato perduto e solo alla fine degli anni ’60 venne ritrovata una copia alla Cinémathèque Francaise. A questo proposito circola l’aneddoto che fu il leggendario conservatore della Cinémathèque, Henri Langlois, a scoprire che quelle bobine con la scritta ‘inconnu’ non contenevano un film non identificato, ma il capolavoro di Browning.

Alle Giornate viene presentata una copia ritrovata alla Cineteca di Praga e restaurata dal George Eastman Museum di Rochester, lunga di più di 10 minuti rispetto a quelle finora conosciuta, che porta il film alla sua lunghezza originale. In pratica un film nuovo, come commenta Josè Maria Serralde Ruiz, autore della nuova partitura musicale eseguita dall’Orchestra San Marco di Pordenone.

Sabato 1° ottobre partono anche le due retrospettive principali delle Giornate. Quella dedicata all’attrice Norma Talmadge e quella sui film ambientati in Ruritania, immaginario paese dei Balcani, che nei film italiani come Sui gradini del trono (1912) di Ubaldo Maria Del Colle diventa Silistria (in programma alle 16.45 al Teatro Verdi con accompagnamento musicale di Günter Buchwald, Frank Bockius). Furono più di 60 i film italiani girati tra il 1912 e il 1924 con ambientazione in questo regno balcanico di fantasia. Certamente all’interesse del pubblico contribuì l’origine montenegrina della regina Elena, consorte di Vittorio Emanuele III, ma non fu l’unico motivo: questi film, con un mix di esotismo, avventura, storie galanti, operetta e il contorno di intrighi di corte e lotte dinastiche, rispondevano ai nuovi gusti del pubblico che chiedeva sempre più azione e continui colpi di scena. All’origine di questo filone, che in forma diversa durerà anche nei decenni seguenti (si pensi a Vacanze romane) sta il successo letterario di un romanzo del britannico Anthony Hope, uscito nel 1894, Il prigioniero di Zenda.    

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30 Settembre 2022

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