Locarno: s/f e sfide alla concorrenza


VexilleC’era anche Michelangelo Antonioni all’apertura di Locarno. Il suo volto è passato sullo schermo della Piazza Grande nella notte di apertura per l’ultimo saluto al Festival che proprio 50 anni fa premiò Il grido. Del maestro scomparso, il festival aveva programmato da tempo La signora senza camelie, il suo secondo film, interpretato da Lucia Bosé e scelto da Piera Detassis per Signore & Signore, la retrospettiva sulle dive italiane. Un altro film lo ricorderà nei prossimi giorni. Ieri il palinsesto festivaliero ha omaggiato Ingmar Bergman con la proiezione di Saraband, l’ultimo film, girato in digitale nel 1993. Il nuovo proiettore in alta definizione ha celebrato la scommessa sulla tecnologia del cineasta svedese, accostato, con mossa singolare e coraggiosa, a Vexille, anime tutto di pixel firmato dal Sori, uno dei padri di Appleseed, prima animazione nipponica in CGI. Ennesima variazione sulla relazione uomo-macchina, su robot, cyborg e androidi, protagonisti della fantascienza da Isaac Asimov all’insuperato Philip K. Dick, Vexille mostra il Giappone del 2077 come un enigma totale, un paese che ha serrato i confini e tagliato i ponti con la comunità internazionale dopo lo stop delle Nazioni Unite alla ricerca su robot e biotecnologie. Nessuno sa ciò che accade oltre la cortina magnetica che rende il Sol Levante invisibile persino all’occhio dei satelliti. Quando una squadra speciale americana (Sword) viola la frontiera scopre uno scenario agghiacciante: un deserto sterminato, attraversato da mostruosi vermoni meccanici affamati di carne e metallo, una Tokio rivolta al passato, falcidiata da un virus di Stato che, iniettato nei corpi dei cittadini, ne ha divorato l’umanità per ridurli in macchine al servizio della Daiwa Heavy Industries, la corporation che controlla il governo. Una manciata di guerriglieri, guidati dall’eroina Maria, organizza la resistenza e invia in America il messaggero che apre la strada alla leader Sword Vexille e al suo compagno Leon, che riescono così ad infiltrarsi. Tra triangoli amorosi, robot in rivolta dalle leggi di Asimov, Vexille è una distopia con lieto fine conquistato dall’alleanza tra due donne al ritmo di una colonna sonora elettronica che comprende Prodigy, Underworld e DJ Shadow. Oltre ai curatori di Locarno, Vexille ha convinto anche quelli Toronto e i compratori di ben 75 paesi tra cui Stati Uniti, Australia, Singapore. Per il festival ticinese è stata un’apertura dark a cui il presidente Marco Solari ha contrapposto l’ottimismo per un futuro in cui vede 1.000 nuove stanze d’albergo, un Grand Hotel rinnovato e un Pala Congressi. Tutto questo permetterebbe a Locarno, festival de la découverte, di non abbassare la guardia contro l’aggressività di Venezia, Roma e San Sebastian. In proposito il direttore Frederic Maire è stato chiaro: al suo festival, ha detto nei giorni scorsi, servono almeno 1,25 milioni di franchi in più (il budget attuale è di 10 milioni) per non perdere “la sua aura internazionale”. In attesa di buone notizie dalle istituzioni svizzere (potrebbero arrivare già domani), stasera in Piazza Grande si cambia registro: dalla fantascienza allo sguardo all’Italia anni ’70 con Mio fratello è figlio unico di Daniele Luchetti. In seconda serata la scoppiettante commedia americana Knocked Up di Judd Apatow.

02 Agosto 2007

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