Locarno 60, ultimi fuochi italiani


ImatraIl schiavitu’ raccontate da Claudio Del Punta, il cinema di confine di Corso Salani, le statue trasformate in attori di Elisabetta Sgarbi, la commedia matrimoniale di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti, le visioni sperimentali di Olivo Barbieri e Masbedo. Sono affollate di cineasti italiani le ultime giornate di Locarno 60. Di seguito una mini-guida che conclude il viaggio di CinecittàNews al festival svizzero e segna l’inizio della pausa estiva. L’aggiornamento del sito riprenderà il 20 agosto. Buone vacanze.

Le gabbie dei Caraibi
Haiti Cherie di Claudio Del Punta, candidato al Pardo d’oro, mette in scena una storia di sfruttamento e violenze. Il film illumina vita dei migranti haitiani, fuggiti dalle milizie del loro paese e ingaggiati in nero nelle piantagioni dominicane. Vivono in ghetti, lavorano quattordici ore al giorno e sono pagati con assegni spendibili solo nei pochi negozi della baraccopoli. “Cinque milioni di turisti all’anno arrivano nella Repubblica Dominicana per godersi una vacanza nei resort di lusso, ma a solo mezz’ora dalla spiaggia c’è una situazione terribile, che ci riporta indietro all’800. Migliaia di persone che sopravvivono con 3 o 4 dollari al giorno, senza identità giuridica e tutela sindacale, ammassati in capanne senza acqua, luce e servizi igienici. E non possono fuggire perché non hanno i soldi per farlo: è una gabbia senza via d’uscita” ha dichiarato Del Punta a CinecittàNews.

I confini d’Europa
Corso Salani continua il viaggio ai confini dell’Europa con Imatra, terzo film di una serie di sei già acquistati da Rai Tre/Fuori Orario (a Locarno nel concorso Cineasti del Presente). Dopo Ceuta e Rio de Onor, in Portogallo, si è spinto verso il nord. Imatra è una città al confine tra Finlandia e Russia. Cresciuta senza piano regolatore, sospesa tra paesaggi naturali e aree industriali, è, spiega Salani, “una zona di frontiera indefinita dove si fronteggiano finlandesi e russi” che convergono i massa per gli acquisti piu’ disparati. La città, bizzarra e surreale, diventa il rifugio di Bianca, insegnante di spagnolo del politecnico locale. Il suo ex fidanzato la raggiunge, col pretesto di girare un documentario industriale. Lui (interpretato da Salani, regista dentro/fuori lo schermo), la segue ovunque, a scuola, nelle strade e persino dall’estetista. Lei all’inizio resiste poi tra i due comincia un’ironico confronto sul passato.

A Imatra, prodotto da Gregorio Paonessa per Vivo Film, seguiranno dalle esplorazioni di altri due destinazioni che resistono l’invasione del turismo di massa: Talsi, in Lettonia, Chisinau in Moldavia. Salani chiuderà la serie Confini d’Europa con Tel Aviv.

Il pianto della statuaMatrimoni all’italiana
Un prete, una serie di burocrati senza volto e una manciata di coppie del sud Italia disarmate di fronte alle norme dello Stato e ai dogmi della Chiesa. Sono i protagonisti di I promessi sposi, il documentario di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti confezionato come un’efficacissima commedia. Don Emilio illustra ai futuri sposi dei suoi corsi prematrimoniali i segreti della perfetta sessualità cristiana. Con un mix di fede e una serie di filmini educativi elogia le virtu’ della sacra famiglia eterosessuale. Il suo punto di vista si intreccia a quello dei funzionari comunali che conducono i cittadini sbigottiti nei mostruosi labirinti della burocrazia. Uno dei titoli piu’ divertenti di Locarno 60. Il festival l’ha scelto per Ici et Ailleurs, stessa sezione di Il pianto della statua di Elisabetta Sgarbi. La regista trasforma le statue di artisti emiliani sconosciuti in attori in movimento. Le immagini sono accompagnate da testi di Tahar Bel Jalloun, Michael Cimino,Gorge Romero e Antonio Scurati lette da Anna Bonaiuto e Toni Servillo. Il film è stato commissionato dalla regione Emilia Romagna.

Muri, città e corpi di plastica
I Masbedo, vecchie conoscenze del pubblico di Locarno, onorate nel 2006 con una proiezione di Piazza Grande, tornano nella 60/a edizione con Toc Toc Wanderbar. Un uomo elegante conversa con una parete infinita. Si confida con lui, ci fa persino l’amore in una riflessione tragicomica della simbologia del muro. Olivo Barbieri, artista italiano molto noto all’estero, presenta Seascape # 1 Night e China, Shenzen 05, due nuove visioni aree che, rispetto ai video Site Specific già selezionati dal festival, sperimentano bianco e nero, ralenti, immagini sfocate. Infine, Polistirene video della quasi esordiente Anna M. Franceschini costruisce un universo di manichini, bambole e maschere, metafora della serialità nell’impero del consumo. La sezione di Masbedo, Barbieri e Franceschini è, ovviamente, Play Forward.

08 Agosto 2007

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