Locarno 57

Ermanno Olmi, splendido settantenne, sorride e scherza al tradizionale cocktail d’inizio estate all’Ambasciata svizzera di Roma. A lui andrà il Pardo d’onore del Festival di Locarno, che dal 4 al 14 agosto celebra la sua 57/a edizione. Diretta da due italiane, Irene Bignardi e Teresa Cavina, la rassegna ticinese ha scelto un grande maestro lombardo che ci ha regalato capolavori del realismo come Il posto e L’albero degli zoccoli, ma continua a fare cinema guardando alla vita con libertà di pensiero e non senza lanciare chiari messaggi politici (Il mestiere delle armi, Cantando dietro i paraventi). Per onorarlo al meglio ci sarà anche un libro scritto dall’amico Tullio Kezich, Ermanno Olmi, il mestiere delle immagini – Diario in pubblico di un’amicizia.

Ancora ignoti i titoli del concorso, ma è già pronta la retrospettiva curata da Giorgio Gosetti e Giovanni Marco Piemontese, Newsfront-Print the Legend, ovvero l’avventurosa storia del giornalista al cinema con novanta titoli (in barba alla moda dei festival magri) da Méliès a Comolli passando per Orson Welles e Billy Wilder. Anche qui c’è un volume, realizzato da Gosetti insieme a Jean Michel Frodon e pubblicato in collaborazione con i “Cahiers”.

Tra le sezioni collaterali fa piacere citare Open doors, progetto di sostegno al cinema di paesi svantaggiati, dedicato all’area del Mekong; mentre i diritti negati, con particolare attenzione all’infanzia, sono al centro di Human Rights, che culminerà in una tavola rotonda il 14 agosto.

Auguri dal presidente Marco Solari al presidente della Biennale Davide Croff e al direttore della Mostra, Marco Muller, una vecchia conoscenza dei locarnesi.