“Ci hanno staccato la spina, la trifase: affetto, amicizia, amore”: con queste parole viene descritta la situazione in cui si trovano i protagonisti di Vecchie canaglie all’inizio della loro avventura. A pronunciarle è il personaggio protagonista, interpretato dal grande Lino Banfi, ospite in una casa di riposo insieme a un gruppo affiatato di arzilli vecchietti. A restituire vitalità agli anziani sarà l’imminente vendita della villa in cui si trovano, che li spinge a escogitare un piano folle e spericolato per evitare la chiusura dell’ospizio.
In uscita il 5 maggio, prodotto e distribuito da Orange Film, Vecchie canaglie è l’opera prima dell’attrice Chiara Sani, che si è ritagliata anche il ruolo dell’antagonista, circondandosi di un cast di cui Lino Banfi è solo la ciliegina sulla torta. Si sono infatti Greg, Andy Luotto, Andrea Roncato, Pippo Santonastaso, Gino Cogliandro, Federica Cifola, Noemi Gherrero e Gianni Fantoni. Un gruppo di attori che spaziano tra le generazioni e che recitano con l’energia di chi vuole superare un momento difficile (il film è stato girato in piena pandemia), attraverso il buon umore.
“Mi piaceva dare l’occasione alle persone fragili di reagire. Persone che non hanno più nulla da perdere che prendono in mano la situazione. – dichiara la regista – Io sono specializzata in personaggi cattivi o sopra le righe, per questo ho deciso di ritagliarmi questo personaggio con cui vado in automatico. Anche se è stato difficilissimo, perché da regista passavo il tempo a coccolare i miei attori, li adoravo, ma quando diventavo attrice dovevo fingere di odiarli”.
Il tono del film è dichiaratamente fiabesco, con citazioni ai classici Disney e illustrazioni che alternano le varie scene, a volte interagendo con esse. I caratteri sono forti e spesso macchiettistici, mentre la trama si svincola dal realismo, abbracciando un registro grottesco con cui Lino Banfi si trova perfettamente a proprio agio, nonostante i suoi 85 anni. “Un film di grande divertimento, ma di divertimento amaro e noi in questo momento digeriamo tutto, il dolce come l’amaro. – rivela l’attore – Questo è un film che dimostra che i perdenti e gli emarginati possono vincere. Quando vediamo che va tutto male bisogna insistere. Un messaggio così importante che io organizzerei delle proiezioni peri i senzatetto, farei fare anche 500 porzioni di orecchiette. Fargli godere due ore di tranquillità e fargli credere che quelli come loro, abbandonati da tutti, possono tornare a vincere”.
Il film uscirà nelle sale un paio di giorni dopo la cerimonia dei David di Donatello, che Banfi ammette di avere visto con il sottile rimorso di non avere mai vinto questo prestigioso riconoscimento: “Il personaggio che vorrei fare, per provare magari a vincere un David anche io, è uno che assomigli a quello del mi amico Alberto Sordi in Un borghese piccolo piccolo, cioè un uomo comune, in pensione, con una bella famiglia, a cui fanno tutte le cattiverie possibili. Questo personaggio deve diventare così cattivo che finalmente, in un film, voglio ammazzare qualcuno. Un film serio di questi, in cui mi vendico e spezzo le ossa a qualcuno. Sennò va bene anche così, ne ho fatte di cose molto belle. I premi poi uno li riceve anche dalla vita”.
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