Liliana Cavani: “Le serie tv sono un pericolo, il cinema va visto in sala”

“Un vero regista non fa le serie”. Liliana Cavani si prende la scena in occasione della presentazione del festival 'Custodi di sogni - I tesori della Cineteca Nazionale', in programma a Roma, al Csc, Spazio Scena e Casa del Cinema dal 31 marzo al 6 aprile


“Un vero regista non fa le serie”. Liliana Cavani si prende la scena in occasione della presentazione del festival Custodi di sogni – I tesori della Cineteca Nazionale, in programma a Roma (al Csc, a Spazio Scena e alla Casa del Cinema) dal 31 marzo al 6 aprile. La regista carpigiana, madrina dell’evento come ex allieva della storica scuola di cinema, lancia un vero e proprio appello per le sale cinematografiche: “La serie televisiva è un pericolo, non può vincere. La vera cultura non la fa la serie, che viene fatta solo per avere più spettatori e di conseguenza più guadagno, mentre il cinema in sala è come il teatro e l’arte. Oggi è tutto masticato dalla televisione, ma dobbiamo insegnare ai ragazzi ad andare a vedere i film al cinema. L’esperienza condivisa è importante. Se facciamo chiudere i cinema, che senso ha formare registi, sceneggiatori e attori?”.

La regista di Portiere di notte, che nella rassegna presenterà i suoi corti di diploma Incontro di notte (1960) e La battaglia (1961) in un appuntamento moderato da Luca Verdone, viene interrogata sul futuro del cinema: “Non sono una maga e non so cosa sarà il futuro, ma vedo la disgrazia della gente che sta a casa davanti alla televisione. Vedere le cose assieme è importante, perché poi si parla, si discute. Vedere i film a casa è vergognoso. Farei una campagna seria contro questo. Arte, teatro, opera lirica hanno una storia antica, ma anche il cinema italiano che è nato dalla libertà di pensiero, i film sono visione condivisa. Qui al Centro Sperimentale ho visto Pabst e ho conosciuto l’espressionismo tedesco e quando ho fatto il documentario sulla storia del Terzo Reich ho capito che quei film c’era in nuce quello che sarebbe accaduto. Se avessero dato retta a Pabst, i tedeschi avrebbero riflettuto meglio”.

Liliana racconta i suoi inizi proprio al Centro Sperimentale. “Venivo da Carpi di Modena, avevo studiato Lettere antiche e conoscevo più la guerra del Peloponneso che la storia moderna. Arrivai qui ed ero l’unica donna. Conobbi Marco Bellocchio, che studiava da attore ma poi capì che non era la cosa giusta per lui, però recitò nel ruolo del frate arrabbiato nel mio primo Francesco. La mia passione per il cinema nasce da mia mamma che mi portava la domenica pomeriggio a vedere i film d’amore che lei amava, mentre io preferivo i film storici. Quando ero più grande organizzammo un cineforum a Carpi, portavamo le pellicole di Bergman e Bresson da Bologna in una sala parrocchiale insieme a degli amici”.

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12 Marzo 2025

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