Lidia Ravera ha raggiunto la notorietà con un romanzo che divenne il simbolo di un’intera generazione, Porci con le ali, scritto a quattro mani con Marco Lombardo Radice: in quelle pagine è stato immortalato un ritratto della generazione del Sessantotto italiano, con i suoi miti e i suoi ideali, rappresentati attraverso l’amore dei due protagonisti, Rocco e Antonia. Dal libro, la Ravera scrisse pure la sceneggiatura per l’omonimo film, diretto da Paolo Pietrangeli, nel 1977. A questa seguirono poi altre sceneggiature, realizzate dalla Ravera, come Oggetti smarriti e Amori in corso diretto da Giuseppe Bertolucci, o Dopo la tempesta, per la regia dei fratelli Frazzi. Dopo aver ormai pubblicato quasi venti libri, in questi giorni, la scrittrice è sull’isola di Stromboli, dove sta scrivendo il suo nuovo romanzo, dal titolo provvisorio “Amore Tardivo”, che sarà edito da Rizzoli l’anno prossimo.
Lidia Ravera, quale film consiglia assolutamente di non perdere?
Non desiderare la donna d’altri di Susanne Bier, con Connie Nielsen ed Ulrich Thomsen, distribuito in Italia da Teodora, una casa di distribuzione che mi piace molto e sceglie sempre film interessanti..
Perché le è piaciuto questo film?
Ha una splendida regia e una trama molto intrigante: racconta cose diverse in modo innovativo.
Che genere di film preferisce?
Non vado al cinema per vedere film di genere, ma per vedere belle storie, opere importanti, realizzate da una buona regia: mi piace allo stesso modo una bella pellicola di Hitchcock, oppure un avventuroso western realizzato da John Ford, perché sono entrambi bellissimi film.
Qual è il film italiano più bello che ha visto di recente?
Il cinema italiano non mi piace molto, perché è povero ed è difficile trovare delle belle storie: in una società che offre mille intrattenimenti, tra libri, televisione mostre e altro, il nostro cinema – che ha per giunta il suo costo – dovrebbe cominciare ad attrarre davvero. E’ pur vero che l’industria cinematografica italiana non è fiorente e dispone di pochi soldi, ma si possono fare bei film anche quando si hanno pochi mezzi finanziari. Ne è una dimostrazione un film italiano che ho visto in questi giorni: s’intitola Un’ora sola ti vorrei, è un documentario diretto da Alina Marazzi.
Due buoni motivi per vederlo?
E’ una storia particolare che offre molti spunti di riflessione, è un racconto forte, concreto, nato dalla necessità della regista d’indagare sulla misteriosa morte della madre, avvenuta quando l’autrice aveva solo 7 anni. E’ un film finalmente realizzato da una regista che s’interroga sul modo di fare cinema, sperimenta, rischia e anche per questo attrae.
Preferisce il blockbuster americano o il film italiano d’autore?
Entrambi, se ben realizzati, possono esprimere una loro specifica qualità cinematografica: Il gladiatore, per esempio, mi ha divertito molto e, pur essendo un film commerciale, la regia di Ridley Scott si avverte in modo molto positivo e piacevole.
Quale film sconsiglia assolutamente di vedere?
Quello tratto dal libro di “Melissa P. Cento colpi di spazzola” prima di andare a dormire, che sta producendo Francesca Neri.
Quale attore italiano ha apprezzato di più recentemente?
Fabrizio Gifuni.
E l’attrice italiana?
Sonia Bergamasco e Maya Sansa.
Quale film rivede sempre volentieri?
Germania anno zero di Roberto Rossellini.
A quale regista darebbe il Leone alla carriera?
A Bernardo Bertolucci.
Qual è il più bel film d’amore che ha visto?
Susanna di Howard Hawks, con Katharine Hepburn e Cary Grant: siccome a me i film d’amore, in genere, fanno ridere, questa è una commedia brillante che narra i sentimenti in modo ironico e divertente, esaltando la bellezza dell’immaginario cinematografico.
Quale genere di film non andrebbe mai a vedere?
I film stupidi, senza senso, senza qualità, che non ti lasciano emozioni né riflessioni e poi i film violenti. Basta con le storie cinematografiche che ripetono da anni sempre le stesse scene, prevedibili e banali.
Quale sarà il prossimo film che vedrà?
Shanghai Dreams, presentato a Cannes ha vinto il premio della giuria: il regista è lo stesso che ha diretto Le biciclette di Pechino, Wang Xiaoshuai.
Quale personaggio le sarebbe piaciuto interpretare sul grande schermo?
La bizzosa e indomita Rossella O’ Hara in Via col vento, diretto da Victor Fleming.
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