Continua il dibattito sulla liberalizzazione dell’apertura sale cinematografiche contenuta nel decreto sulle semplificazioni approvato dal Consiglio dei ministri.
Francesco Giraldo, segretario generale dell’Acec, associazione cattolica esercenti cinema, dichiara: “Fondamentale in questo momento è salvaguardare le sale esistenti ed è in questa direzione che le istituzioni e il settore dovrebbero muoversi. Infatti la rivoluzione creata in Italia negli anni novanta con l’apertura dei multiplex non pienamente regolamentata, pur ringiovanendo il sistema dell’esercizio cinematografico, non ha risposto all’equazione più schermi più spettatori. Il risultato è stato l’apertura massiccia dei multiplex in alcune zone già ricche di cinema, dimenticando di agevolare l’apertura di sale anche in zone d’Italia meno servite. Questo ha comportato che il prodotto di un certo livello culturale avesse sempre meno spazi dove uscire. Lo sforzo comune deve essere rivolto all’apertura capillare di cinema nelle zone disagiate del Paese. Sosteniamo l’esercizio di profondità ed incentiviamo l’apertura di sale là dove non esistono”.
Una voce a favore arriva invece da Carlo Bernaschi, presidente ANEM, associazione nazionale esercenti multiplex, “la liberalizzazione dai vincoli consentirà l’apertura di nuove e moderne sale e multisale e finalmente si potrà completare quella innovazione strutturale del settore dell’esercizio cinematografico e spingere ancor di più la qualità, la differenziazione delle strutture e la soddisfazione del pubblico. Schierarsi contro le liberalizzazioni con argomentazioni corporative e limitative è miope, fuori luogo e non dimostra il coraggio imprenditoriale, la serietà industriale e la voglia di competere delle aziende che hanno investito nella costruzione, nell’adeguamento, nella digitalizzazione del cinema. Per far crescere gli spettatori dobbiamo sia aprire nuove e moderne sale cinematografiche, sia sostenere le sale di città e non creare inutili, false e antistoriche contrapposizioni tra strutture”.
Invece “i distributori cinematografici sono favorevoli alla liberalizzazione delle sale, purché sia rispettosa del mercato e non selvaggia.” Così Richard Borg, Presidente della Sezione Distributori dell’ANICA, commenta il provvedimento del Governo sulle liberalizzazioni che ha coinvolto le sale cinematografiche, nonché le critiche che ne sono seguite, soprattutto da parte di alcuni gruppi di esercenti.
“Sono convinto che il provvedimento del Governo sia molto positivo per gli imprenditori che intendono investire nei cinema – continua Borg – il tetto fissato in 3000 posti garantisce ampiamente coloro che credono nel cinema e nella necessaria crescita del parco sale. Nello stesso tempo ritengo che non ci sia nessun collegamento diretto tra la costruzione di una multisala da tremila posti e la chiusura dei cinema di città. La difesa dei cinema di città non si fa impedendo lo sviluppo del mercato, quanto invece migliorando le strutture. Siamo convinti che il mercato cinematografico italiano debba crescere e che da troppo tempo sia attestato a livelli che non gli competono: un paese come l’Italia non può restare bloccato da anni a 100 milioni di biglietti venduti. Non è solo una questione di mercato, ma di crescita armonica della fruizione del cinema, inteso come fondamentale forma di aggregazione e sviluppo culturale sul territorio.”
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