Leslie Iwerks: “Mio nonno Ub ha avuto il coraggio di rischiare”

La documentarista candidata all'Oscar, nipote del co-creatore di Topolino, è ospite e giurata del Cartoons on the Bay 2024, che le ha assegnato un Pulcinella Special Award


PESCARA – La “nipote di Topolino” che diventa la narratrice di intere comunità di cineasti: è la regista, sceneggiatrice e produttrice Leslie Iwerks, ospite e giurata del Cartoons on the Bay 2024, che le ha assegnato un Pulcinella Special Awards. Candidata agli Oscar per il cortometraggio Recycled Life, la documentarista è cresciuta in una famiglia speciale essendo figlia di Don e nipote di Ub Iwerks, il celebre creatore, insieme a Walt Disney, di Topolino.

“Sono cresciuta in una famiglia di leggende e di vincitori di premi Oscar. – dichiara nell’incontro con il pubblico di Pescara – Mio nonno è co-creatore di Topolino e di tanti altri cartoni animati. Un genio della tecnica che ha portato avanti molte innovazioni. Mio padre è stato inventore per gli studi Disney, creando molte innovazioni cinematografiche che hanno posto le basi di ciò che vediamo oggi, vincendo un Premio Oscar alla carriera. Sono cresciuta in questo mondo, dietro le quinte della Disney a Burbank, guardando sopra le loro spalle”.

La storia di Ub è raccontata nel documentario The Hand Behind the Mouse: The Ub Iwerks Story, che ha lanciato quasi accidentalmente sua nipote Leslie nel mondo del cinema documentario: “Non ho mai conosciuto mio nonno ma l’ho conosciuto dalle storie di mia nonna e da coloro che hanno lavorato con lui. È dopo è stato il mio turno di raccontarlo. Ho avuto dei finanziamenti dalla Disney per far partire il film. Un paio d’anni per riscoprire mio nonno attraverso questo progetto”.

“Quando Walt è andato in California, aveva bisogno di un animatore più bravo di quelli che aveva là e ha chiamato mio nonno per raggiungerlo e diventare il top animator dello Studio. – racconta la regista, riassumendo ciò che si racconta nel film dedicato a suo nonno – Mio padre ha dovuto cambiare la sua vita, correre un rischio percorrendo una strada sconosciuta. Prima ha lavorato a Oswald, un personaggio che ha allargato gli orizzonti dell’animazione e poi ha creato Topolino, che già al suo terzo film, Steamboat Willie, divenne un fenomeno mondiale, grazie ai suoi effetti sonori che nessuno aveva mai sentito prima in un film d’animazione”.

Nel ‘29 Ub lasciò lo studio per aprire il suo studio d’animazione, per ritornare alla Disney quasi 10 anni dopo e lavorare a tutte quelle innovazioni che resero possibili film come Mary Poppins. Consentì agli studi di andare al livello successivo. Un talento visionario che venne riconosciuto anche da Alfred Hitchcok che lo chiamò per girare una complessa scena de Gli Uccelli.

“Le storie di creatività e di innovazione sono quelle che mi ispirano. È sempre stato così, dal primo film fino agli ultimi film”. Dichiara Iwerks facendo riferimento alle sue opere successive, tra cui The Pixar Story, un viaggio documentaristico nella celebre casa di produzione. “Tutto è partito da John Lasseter. Aveva visto il mio film e mi aveva chiesto di raccontare la mia storia negli studi. Per me è stato davvero una grande fonte di ispirazione. Quello che ho imparato dagli animatori è che è un lavoro di squadra, c’è sempre un team di persone a lavorare a un progetto. Non c’era mai il nome di una sola persona sulle porte”.

Poi è stato il turno di The Imagineering Story, incentrato sui parchi a tema di Disney. “Ho avuto l’occasione di lavorare a Imagineering per quasi 7 anni. Uno dei film più importanti quando è stato lanciato Disney+. Doveva essere un film di 90 minuti, ma quando ho mostrato il primo montaggio mi hanno detto che lo volevano per intero. Quindi è diventata una serie di sei episodi, che ora ho completato con un libro di 600 pagine.  Abbiamo intervistato oltre 200 persone nei vari parchi. Ho visto il parco di Shangai. Ho potuto vedere come è stato costruito il primo e quello che si è imparato con il passare delle generazioni. Quella di Abraham Lincoln è stata la prima statua animata costruita e le mani usate per fare da modello sono state quelle di mio padre”.

Ma non finisce qui. I suoi successivi progetti, infatti, sono stati dedicati a raccontare altre due icone del mondo dello spettacolo: la DC (The Superpowered: The DC Story) e la Warner Bros, in occasione dei rispettivi 100 anni. “Imagineering era andato bene e mi hanno chiamato per raccontare la storia della Warner Bros, di cui vedevo l’iconica torre quando vivevo a Burbank. È stata un’impresa difficile perché c’erano così tanti registi e film di cui parlare. Mi sono dovuta concentrare sull’impatto complessivo. Il tema che univa tutti questi registi era il rischio. Alcuni hanno avuto successo altri no. Ma questo ci riconduce a quella strada percorsa da mio nonno quando Walt lo chiamò: devi avere coraggio per raccontare le tue storie”.

31 Maggio 2024

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