LEGGE CARLUCCI


Gabriella CarlucciSala del Cenacolo al completo, a un passo da Montecitorio, per la presentazione pubblica da parte di Gabriella Carlucci, parlamentare di Forza Italia e responsabile dal ’99 del Dipartimento nazionale Spettacolo del partito, della proposta di legge-quadro dello spettacolo.
Un testo preparato insieme ai tre responsabili delle commissioni del dipartimento: la regista Giovanna Gagliardo per il cinema (membri Aurelio De Laurentiis, Gian Paolo Letta); il produttore e regista teatrale Fabrizio Calvini per il teatro (membri Lucio Ardenzi, Franco Scaglia, Antonio Di Lascio, Alessandro Berdini, Emanuele Banterle, Elio Schiavoni e Tato Russo); il regista Marco Catena per la musica (membri Renzo Giacchieri, Rino Maenza, Fabrizio Maria Carminati e Giovanni Gavazzeni). Un testo, come ha sottolineato la neodeputata, che è il risultato di un lavoro cominciato due anni fa e discusso con operatori del settore, esperti e tecnici.
L’ultima legge intersettoriale risale al 1985 quando l’allora ministro Lagorio istituì il Fondo unico dello spettacolo (Fus), circa mille miliardi l’anno, destinati a cinema, teatro, lirica, musica, danza e circhi, che nel corso di un quindicennio hanno perso un quarto del loro valore. Da allora, secondo la Carlucci, lo Stato ha mostrato disinteresse verso lo spettacolo, fatta eccezione di un’incompleta legge di settore per il cinema, mentre le risorse del Fus sono state gestite spesso con dinamiche assistenziali e talvolta clientelari.
Oggi la situazione appare critica: se il consumo di cinema regge grazie ai multiplex, disastroso è lo stato del teatro e della lirica, della musica classica e della danza. Di qui la necessaria modifica, per Carlucci, dei meccanismi d’assegnazione basati su: maggiore trasparenza, coinvolgimento delle Regioni, afflusso di risorse integrative, intervento dei privati attraverso meccanismi d’incentivazione fiscale. Ma soprattutto per la responsabile di F. I. lo Stato deve lasciare ai privati il ruolo di “decision maker” dell’industria culturale, garantendo così un mercato libero e pluralista.
Ministro Urbani Il ministro Giuliano Urbani – per il governo erano presenti anche il sottosegretario Nicola Bono e il segretario generale dello spettacolo Carmelo Rocca – ha preferito non entrare nel merito dei contenuti della proposta, ricordando tuttavia che tra governo e Parlamento occorre collaborazione. Del resto il governo è prossimo ad assumere le deleghe dello spettacolo e della riforma fiscale e proprio il meccanismo delle fonti di finanziamento e le misure fiscali saranno i due fronti che vedranno impegnato il suo ministero.
Nel contempo Urbani ricorda che nella prima riunione della Consulta dello spettacolo, prevista domani 21 febbraio, sarà affrontata la ripartizione del Fus, ascoltando tutte le rappresentanze dello spettacolo.
Enrico La Loggia, ministro per gli Affari regionali, ha apprezzato il lavoro svolto dalla Carlucci, ma da subito ha sottolineato come la proposta di legge presentata non debba essere considerata un testo “blindato”, e dunque non suscettibile di modifiche. Poche regole, ha infine invocato il ministro, che assegnino allo Stato il compito di sburocratizzare le procedure e promuovere l’arte.
Il produttore Aurelio De Laurentiis si è mostrato soddisfatto della proposta di triplicare le risorse destinate allo spettacolo, ma perplesso sull’ipotesi di far rappresentare il cinema, data la sua specificità, da una legge quadro. E soprattutto si è augurato che le proposte presentate dalla Carlucci non rimangano solo sulla carta. Troppe volte in passato le forze politiche hanno disatteso i cambiamenti radicali annunciati.

autore
20 Febbraio 2002

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