L’emozione dei registi più giovani e la pacatezza di un veterano come Marco Bellocchio, l’ombra cupa di Le Pen e quella delle giornate del G8 genovese.
Ecco gli ingredienti clou della conferenza stampa di presentazione dei film italiani selezionati a Cannes.
Il primo a prendere la parola è Bellocchio, in concorso con L’ora di religione: “Comunque vada in Francia, resterò quello che sono. A vent’anni si va ai Festival pieni di entusiasmo, vanità e panico. Alla mia età c’è la determinazione. Poi mi tranquillizzano il successo di pubblico e le ottime critiche riscosse dal film in Italia” dice.
Gli fa eco Sergio Castellitto, protagonista del film: “Andremo al Festival con umiltà ma senza ipocrisie: speriamo di ottenere dei risultati”.
E per L’ora di religione arrivano anche gli auguri di Fabrizia Sacchi e Massimo Bellinzoni, tra i protagonisti di Da zero a dieci di Luciano Ligabue in corsa alla Semaine de la Critique.
Il film fa parte della scuderia Fandango di Domenico Procacci che porta alla Croisette ben tre pellicole: oltre a quella di Ligabue, anche i film di due giovani autori: Matteo Garrone, selezionato per la Quinzaine des Réalisateurs con L’imbalsamatore, e Emanuele Crialese in lizza con Respiro alla Semaine de la Critique.
“Un successo che non è merito di un singolo produttore ma significa che c’è un gruppo di persone che lavorano bene” dice Procacci che ringrazia Italia Cinema e afferma: “Al Cannes ho sempre preferito Venezia anche se ho forti perplessità sull’attuale gestione della Mostra”.
Garrone, classe 1968, si mostra timido di fronte ai cronisti: “L’imbalsamatore è un film a metà tra il noir e il melò. Ma ancora non riesco a parlarne con distacco” dice. Più sciolto il 37enne Crialese che confessa “Quando ho saputo di Cannes ho fatto salti di gioia”.
Accanto a lui Valeria Golino, unica attrice professionista di Respiro, “orgogliosa” della pellicola.
E a Cannes arriveranno anche le immagini di Genova con due documentari: l’inedito Carlo Giuliani, ragazzo di Francesca Comencini prodotto, come tutti i progetti della fondazione Cinema del Presente, da Mauro Berardi per la Luna Rossa Cinematografica, e Bella ciao di Roberto Torelli, Marco Giusti e Sal Mineo (alias Carlo Freccero).
“Bella ciao ricostruisce le tre straordinarie giornate che hanno segnato la nascita di un movimento. Vedremo l’energia e la vitalità no global di fronte al balbettio della sinistra istituzionale. La prima versione del filmato era pronta subito dopo la fine del G8 ma non è mai andata in onda perché la Rai aveva già somatizzato l’arrivo di Berlusconi” spiega Freccero.
Con voce ferma Francesca Comencini dice “Il mio è un film politico ed etico insieme. Rivolge delle domande a tutti coloro, di destra e di sinistra, che abbiano a cuore le sorti della democrazia. Racconta l’ultimo giorno della vita di Carlo attraverso la voce di mamma Haidi Giuliani. L’ho realizzato come madre oltre che come cittadina”.
E la Croisette sarà l’eccezionale palcoscenico per l’esordio di Francesco Amato, 23enne studente del DAMS di Bologna, selezionato alla Semaine de la Critique con il suo corto Figlio di penna prodotto dalla cometa Film.
Candidamente ammette: “Quando mi hanno detto di Cannes la mia reazione è stata piuttosto fredda. E’ un evento talmente grande che all’inizio non ne avevo colto il valore”.
Infine un caldo applauso della platea va all’assente Roberta Torre che presenta Angela alla Quinzaine des Réalisateurs.
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