Conferenza stampa tutta al femminile per Tre piani di Nanni Moretti, anche tra lo stupore della stesse attrici presenti Margherita Buy, Alba Rohrwacher, Elena Lietti e Denise Tantucci, per l’assenza del regista. Alla domanda del motivo di questa scelta, Buy non nasconde un divertito imbarazzo e dice solo: “bisognerebbe chiederlo a Nanni”. Tutto qui. Mentre la spiegazione ufficiale è questa: “Cosa potrebbe dire di più Moretti che non ha già detto a Cannes (dove il film era in concorso per l’Italia)?”. Leggi l’articolo di Cinecittà News
Tre piani sarà in sala con 01 dal 23 settembre. Dall’incontro stampa comunque tanti i temi emersi: la riuscita dalla trasposizione dal libro omonimo di Eshkol Nevo (Neri Pozza), il concetto di responsabilità e la grande importanza del ruolo delle donna rispetto a quelli maschili nelle tre storie condominiali che racconta il libro.
Ecco intanto, in estrema sintesi, la storia: al primo piano vivono Lucio (Riccardo Scamarcio), Sara (Lietti) e la loro bambina di sette anni. Nell’appartamento vicino ci sono Giovanna (Anna Bonaiuto) e Renato (Paolo Graziosi), che spesso fanno da babysitter alla bambina. Una sera, Renato, a cui è stata affidata Francesca, scompare con la bambina e a Lucio nasce il sospetto che a sua figlia sia accaduto qualcosa di terribile. Al secondo piano vive invece Monica (Rohrwacher), alle prese con la maternità mentre suo marito Giorgio (Adriano Giannini) è sempre all’estero per lavoro. Dora (Buy) è invece giudice, come suo marito Vittorio (Moretti). Abitano insieme al figlio di vent’anni, Andrea (Alessandro Sperduti). Una notte il ragazzo, ubriaco, investe e uccide una donna. Chiede così ai genitori di fargli evitare il carcere. Ma Vittorio pensa che suo figlio debba essere giudicato e condannato.
“Non c’è stata alcuna sottrazione nel recitare – spiega Alba Rohrwacher – ma piuttosto autenticità, un lavoro profondo e sofisticato, di assoluta lucidità”. Comunque spiega ancora l’attrice nessuna misoginia: “Anzi, tutti i personaggi femminili ne escono bene in questo film che è molto più duro verso gli uomini”. E Rohrwacher alla ‘domanda delle domande’, ovvero di cosa parli il film, risponde: “Credo parli di quanto sia importante prendersi la responsabilità delle proprie azioni perché queste alla fine ricadono su gli altri”.
Anche Margherita Buy è totalmente d’accordo che il film sia al femminile: “È vero sono tutte donne imprigionate, ma poi prendono una strada diversa rispetto agli uomini che restano invece come congelati”. Di che parla Tre piani? “Parla di tante cose, di ossessioni ma anche certamente di questo palazzo, di tutte le fragilità e ossessioni umane tutte chiuse in un condominio. Spesso tutti noi quando siamo a casa ci chiudiamo la porta alle spalle e questo è sbagliato”.
E alla fine Buy si lascia un po’ andare: “Certo siamo qui a difendere le cose che abbiamo fatto. Va considerato – dice vestendo i panni del regista assente – che è la prima volta che Nanni ha messo mano a un testo non suo e forse il rigore stilistico di Tre piani, come la mancanza di ironia, nasce dal suo grande rispetto verso il testo”.
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