LAURENTINA GUIDOTTI


“Sono diventata produttrice perché preferisco essere all’origine di un progetto cinematografico più che una delle componenti della sua realizzazione”. Così Laurentina Guidotti della Iterfilm spiega il suo passaggio dalla recitazione alla produzione.
Nel 2001 è stata la tutor produttiva di Appuntamento al buio di Herbert Simone Paragnani (classe 1968, già co- sceneggiatore di Il segreto del giaguaro), uno dei sei corti vincitori del premio “Cinecittà Digital 2000″ che, riuniti in un’unica pellicola dal titolo Lo sguardo digitale, andranno alla Berlinale 2002.

Come è nato il tuo coinvolgimento in “Cinecittà Digital 2000″?
Felice Laudadio (presidente di Cinecittà Holding, ndr) mi ha invitata a far parte della giuria del concorso e sono stata ben felice di accettare. Tra le oltre 600 sceneggiature pervenute quella di Paragnani mi ha colpita subito e così l’ho sostenuta fino alla fine.

Puoi raccontarci qualcosa di più sul suo corto?
E’ una commedia molto divertente che si ispira a I soliti ignoti di Mario Monicelli. Claudio Santamaria è un apprendista ladro che progetta un colpo con un compagno più navigato (Ennio Fantastichini). Vogliono svaligiare l’appartamento di una giovane donna (Maddalena Maggi) che, secondo i loro calcoli, dovrebbe trovarsi fuori casa. Lei invece aspetta un misterioso partner incontrato in chat. Sorprende Santamaria mentre tenta di forzare la porta, pensa che sia il suo ospite e accade l’imprevedibile: i due si lasciano andare ad un irresistibile raptus sessuale…

Insomma, hai scoperto un nuovo talento?
Si. E sul set ho avuto la conferma che avevo visto giusto. Ne sono talmente convinta che spero di produrre il primo lungometraggio di Simone. Sta scrivendo la sceneggiatura ma per ora so solo che è una commedia.

Quali sono, dal punto di vista produttivo, i limiti e i vantaggi del digitale applicato al cinema?
Una delle innovazioni del digitale è l’abbassamento dei costi ma nel nostro caso non è stato così perché tutti i vincitori del premio hanno girato con una macchina Philips ancora da perfezionare e grande quanto una macchina da presa tradizionale.
Oltre ad essere costosissima ha bisogno di un camion fisso per i monitor e dà alcuni problemi di sonorizzazione che, ad esempio, non permettono l’uso della steadycam.
Certo, la definizione è altissima e quando il girato digitale viene riversato in 35 mm non si nota affatto la differenza con la pellicola. In futuro, quando le nuove macchine saranno perfezionate, è possibile che il digitale sostituisca la celluloide ma non so dire quando tempo occorrerà.

autore
28 Gennaio 2002

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