Larua: una piccola grande storia di fantasmi

E' stato presentato ad Alice nella città il cortometraggio Larua, scritto e diretto da Francesco Madeo, prodotto da Dreamcatchers Entertainment


In una mattina d’autunno, una mamma viene convocata dalle maestre delle scuole elementari per parlare di sua figlia Francesca, una bambina di 10 anni a cui piace disegnare. Le maestre sono preoccupate perché la bambina disegna ossessivamente sagome di fantasmi vuote ed effimere, pensano così di informare i genitori. Entriamo così dentro il mondo della piccola Francesca, in cui la sua quotidianità scorre come parallela al mondo che la circonda: una madre, un fratello, il fidanzato e la precarietà della loro presenza.

E’ stato presentato in première ad Alice il cortometraggio Larua, scritto e diretto da Francesco Madeo, prodotto da Dreamcatchers Entertainment.

“L’Idea nasce da una suggestione avuta qualche tempo fa – dice il regista, anche fondatore del noto portale Cinefilos.it – Con la mente e la fantasia ho sempre cercato di allontanarmi dalla mia terra e dalle mie origini, come se rifiutassi l’esistenza in me di una componente che non mi piaceva legata alle mie radici e che però purtroppo è tremendamente presente in chi come me nasce e cresce in Calabria. Per essere chiaro, mi riferisco a quel male assoluto che ha il nome di ‘ndrangheta. Non ho mai avuto particolare interesse nel rappresentare la Calabria che troppo spesso balza in prima pagina sui giornali e notiziari di tutto il mondo per fatti di cronaca nera o illeciti. Fino a quando un particolare evento mi ha attratto e ispirato. Più di qualsiasi altra cosa mi interessa l’aspetto umano delle vicende, anche quando, come nel mio caso, queste vicende sono lontane dal mio vissuto. Nel tempo si diventa spettatori inermi di fronte a situazioni, per quanto possano avvenire in prossimità di noi stessi, dei nostri luoghi sicuri. Allora ho iniziato a farmi domande alle quali probabilmente non ci sono risposte. Larua è proprio questo: da una parte è la rappresentazione dell’incapacità di trovare un senso alla perseveranza del male, dall’altra la messa in scena dell’impotenza di chi assiste a questo male, assuefatto agli eventi. Questo lavoro è il prodotto della mia passione, quella voglia irrefrenabile, irresistibile e travolgente di raccontare storie. Il tentativo è invece quello di riempire questa storia di personali ossessioni, fascinazione e voglia di rivalsa. Questa storia non salverà il mondo e non cambierà le cose ma offre un punto di vista inedito, che vale la pena di essere visto e raccontato”.

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25 Ottobre 2022

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