LANDO BUZZANCA

Ancora folla delle grandi occasioni per gli incontri del “Gioco del Cinema” proposti da Italia Cinema nello spazio Cinecittà a Venezia: stavolta è il turno di Andrea De Liberato che, con Poetiche Cinematografiche, porta a Venezia 58 Luna rossa di Antonio Capuano.
Giovanissimo, formato alla New York University, il pallino del produttore fin dall’adolescenza, si è fatto accompagnare da ben tre “complici”: Leo Pescarolo con cui coproduce cinque film in pochi mesi, Francesco Salvi che ha adottato come sceneggiatore e attore di La rentrée diretto da Franco Angeli, e soprattutto Lando Buzzanca. “Questo bravo ragazzo – confessa l’interprete de Il merlo maschio – mi ha travolto con la sua irruenza e la sua passione. Mi ha proposto di rivisitare il mito invecchiato del maschio italiano a cui sono stato legato per una parte della mia carriera. L’idea è bella, il progetto pure, adesso siamo nelle mani della pigrizia dello sceneggiatore (Filippo Ascione) ma sono sicuro che la cosa andrà in porto”.
E’ un attore e un uomo maturo, Lando Buzzanca, che non ha paura delle sue convinzioni artistiche e ideologiche, che ha lasciato il cinema per il teatro alla ricerca i una crescita interiore, che dovrebbe tornare nei panni di Mangiafuoco per il Pinocchio di Benigni dopo la bella ma sfortunata prova ne Il popolo degli uccelli di Rocco Cesareo premiato a Punta de l’Este. “Ci sono problemi contrattuali da risolvere – dice sul film di Benigni – ma spero che vengano superati. Sarebbe sciocco se per qualche dettaglio dovessi perdere l’occasione di lavorare con un vero poeta. Quando penso a La vita è bella mi viene in mente un vecchio disegno con una farfalla che si posa leggera su un cannone pronto a spargere morte. Benigni, con la sua leggerezza è come quella farfalla che sa trasformare anche l’orrore più spietato e narrarlo con le armi della trasfigurazione”.