CANNES – Un tema coraggioso e avvincente per la narrazione, quanto delicatissimo e drammatico nella realtà, il Disturbo Bipolare, che Joachim Lafosse, autore belga, mette in scena nella psiche di un papà di famiglia, il pittore Damien (Damien Bonnard, che ha partecipato anche a Les Misérables di Ladj Ly), che con Leila (Leïla Bekhti, già interprete in The Eddy di Damien Chazelle, Sink or Swim di Gilles Lelouche), la moglie, espirano un amore profondo, ma minato dalla patologia. Les Intranquilles partecipa in Concorso.
Il Disturbo Bipolare colpisce circa il 3% delle persone nell’arco della vita: è complesso da riconoscere, anche per il quadro clinico multiforme e frequentemente associato ad altri disturbi psichiatrici. Il soggetto che vive il Disturbo non ha la consapevolezza di averlo nella maggior parte dei casi, perché le fasi ipomaniacali e maniacali sono percepite come “normali”. Spesso comporta molte ore di lavoro perse, rottura di relazioni affettive, periodi di spesa eccessiva e immotivata, come di disinibizione sessuale o di maggiore litigiosità e nervosismo, rischio di suicidio. L’umore, secondo la Letteratura della materia, è definibile come una tonalità affettiva predominante che permea e colora la vita psichica, e in assonanza con questa questa definizione si disegna il film di Lafosse – scritto insieme a Anne-Lise Morin – che ha spiegato: “Lo scritto era stato ispirato alle esperienze con mio padre bipolare: lui voleva essere un fotografo, cosa che di fatto per un pò è stato, ma senza realizzare davvero il suo sogno; aveva sempre insistito sul fatto che non avrebbe fatto fotografie per matrimoni, ed è così che ha iniziato a fotografare quadri. La sua eredità a me è stata, in particolare, la grande ammirazione per i ritrattisti. Sono cresciuto circondato da questo, in un rapporto diretto con i dipinti, la luce, l’inquadratura, e la fotografia: fino al giorno in cui abbiamo iniziato la preparazione del film, il personaggio era un fotografo. Ma poi è arrivato Damien, che ha studiato Belle Arti ed era l’assistente di una pittrice di Bruxelles, così il personaggio è passato dall’essere un fotografo a un pittore”.
Leila, anche mamma del loro bambino, cui l’attrice offre una generosa interpretazione, è una donna resiliente, che cerca lucidamente di mantenere intatto il nido famigliare, così anche Damien, conscio del suo disturbo, e soprattutto sollecitato interiormente proprio dal suo ruolo paterno: lei lo sprona a spiegare al figliolo quel suo comportamento che improvvisamente può passare da uno stato di contagiosa euforia ad uno di opaco vegetare, ma niente.
Les Intranquilles è un’opera che rende canali comunicanti l’autobiografia, la patologia e il coraggio emotivo/artistico di Lafosse, pur con l’epilogo a far da amaro specchio della casistica del Disturbo, capace di sopraffare l’amore immenso: Damien, seppur conscio della disfunzione, ne resta sempre altrettanto schiavo, e sceglie di continuare a farsi abbracciare dalla stessa, più che da un abbraccio famigliare, che – per la maggior parte della storia – gli viene faticosamente ma amorevolmente assicurato, nonostante Leila prenda presto coscienza della sua impotenza dinnanzi al mistero della mente.
Nelle sale cinematografiche francesi, Les Intranquilles esce con Les Films du Losange dal 6 ottobre 2021.
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