‘L’abbaglio’ di Andò, con Servillo, Ficarra e Picone: le primissime immagini a Cannes

Il regista - con i tre attori principali - all’Italian Pavilion di Cannes ha presentato il progetto, prodotto in sinergia tra Rai Cinema e Medusa, con Netflix: le riprese sono in corso in Sicilia e si racconta il Risorgimento tra verità storica e fantasia creativa. Il 16 gennaio 2025 al cinema


CANNES – La stranezza (2022), piccolo capolavoro cinematografico e grande miracolo nella sale, capace di far tornare a vivere dopo la pandemia, ha suggellato un “patto artistico” che si sta ripetendo: stesso regista, stessi interpreti, stessa squadra produttiva per L’abbaglio, film di Roberto Andò, protagonisti Toni Servillo, Salvo Ficarra e Valentino Picone, produzione/distribuzione Rai Cinema e Medusa, con Tramp Limited e Bibi Film, insieme a Netflix.

E Cannes, nello spazio dell’Italian Pavilion, è la ribalta in cui presentare i “lavori in corso”, letteralmente, perché autore, attori e produttori, si sono staccanti dal set siciliano per volare sulla Croisette a presentare il film in fieri, uno spaccato del Risorgimento italiano, tra verità storica e fantasia creativa, che uscirà al cinema il prossimo 16 gennaio 2025, distribuito da 01 Distribution, con il primo passaggio tv poi su Mediaset.

A Cannes, un filmato dal set con anche alcune sequenze di girato permette di assaggiare il clima del racconto, ambientato nel 1860 in Sicilia, per narrare l’avventura dei Mille di Garibaldi (Tommaso Ragno).

Come racconta il suo autore, Roberto Andò, che ha scritto il film con Ugo Chiti e Massimo Gaudioso, “nasce dal desiderio di una boutade che ripetevo durante la promozione de La stranezza, in cui dicevo che avrei voluto far con tutti loro una trilogia. Per questo film, con gli altri sceneggiatori abbiamo fatto un innesto fantastico su una vicenda reale: nel momento in cui Garibaldi arriva in Sicilia è impari scontrarsi con l’armata borbonica, così, cogliendo l’occasione di avere con sé il colonnello Vincenzo Giordano Orsini (Toni Servillo), Garibaldi lo incarica di metter su una colonna, un’impresa disperata, per far credere di star andando verso l’interno dell’Isola e che Garibaldi si stesse ritirando; la cosa invece riesce e convince il comandante svizzero dell’esercito regio, Jean-Luc Von Mechel (Pascal Greggory), l’unico vero militare nell’Armata borbonica, così nasce questa storia. Noi ci siamo insinuati con la fantasia per creare un’emozione, con il fulcro nei tre attori principali, per rivedere, anche con altri occhi – tra dramma e comicità – una parte di Storia”.

Con la clausola dell’embargo, perché appunto il film è in corso di riprese, Servillo racconta il suo colonnello come “un personaggio che stiamo costruendo… Orsini è una sorta di Guevara, si muoveva sotto varie casacche nel nome della libertà: lo rende affascinante che, nonostante sia un militare determinato e feroce, viva il conflitto interiore di ritenere che la soluzione dei conflitti violenti sia sterile, e chi ne è vittima siano sempre gli ultimi. È un personaggio affascinante della nostra Storia rinascimentale. Alla fine della carriera militare, Garibaldi lo fa sindaco a Napoli. È stata, ed è, una gioia recitare con Salvo e Valentino: già ne La stranezza ho riconosciuto attori con una natura comica che, in una dimensione drammatica, sono sorprendenti; mischiarci è molto bello. Il sospetto di ripeterci c’era ma la qualità della scrittura ci ha sorpresi. Io amo Roberto in quanto allievo di Sciascia, e mi fa pensare a Stendhal, per la capacità di guardare gli episodi storici innestandoli con la fantasia. È un film molto corale, noi tre portiamo avanti la Storia ma Ragno e Greggory portano un’altrettanta grande parte: è un affresco storico a cui più attori contribuiscono”.

Fondamentale per Andò è il tono comico, “molto importante, che mi è congeniale in questo momento della vita. Il film ha una linea comica affidata al genio di Salvo e Valentino, che ha qualcosa di liberatorio. La mescolanza libera la visione di un fatto storico, che si apre a una nuova interpretazione, con una leggerezza che permette di rivederla in modo inedito. È eccitante poter fare un film non minimalista sullo scenario della grande Storia, uno scenario anche abusato, dando così una visione diversa, con un impatto spettacolare, che ci deve essere. Il Risorgimento è un periodo cruciale, con le idealità tra le più pure. C’era l’entusiasmo disinteressato di giovani bohémien che avevano sposato una causa, ma al tempo stesso Garibaldi è costretto a far passare compromessi che sono quelli che l’Italia sconta ancora oggi. Forse il cinema può riuscire a riportare un’emozione su personaggi dimenticati. Per me è importante una pedagogia creativa”.

È Valentino Picone (Rosario Spitale) a disegnare un po’ le figure di fantasia interpretate da lui e Ficarra, che racconta come “due garibaldini un po’ indisciplinati, stonati dentro all’epopea. Con Roberto riscopriamo il gusto di recitare in dialetto siciliano, che ci dà naturalezza. I nostri personaggi sono due improbabili ed è bello, nelle storie solenni e auliche, aggiungere l’elemento popolano, che speriamo di portare. Sì, sono proprio due stonati in una storia molto armonica. Il mio personaggio è un illusionista, cioè uno che prende in giro le persone intorno a sé. Poi, è una storia straordinaria quella di Orsini: ha preso i Borboni e lì ha distratti, qualcosa di interessantissimo da restituire alla memoria”.

Mentre, quello di Valentino Ficarra (Domenico Tricò): “è un contadino che rientra con le truppe in Sicilia, dal Continente. Da qui parte l’avventura: è stato bello scoprire la storia della colonna Orsini”.

Una storia che, anche nella realtà, è stata fatta da persone intrise di verità e a proposito infatti del casting delle comparse, Andò cita “Fellini, che preferiva il termine ‘comparsa’ a quello di ‘attore’, perché comporta il ‘comparire’, è meno arrogante diceva: come ne La stranezza, sono importanti perché ti danno una geografia si facce che ti riporta alla verità”, una verità restituita anche dal luogo, la Sicilia, in particolare “una Sicilia inedita, fatta anche di boschi e di fiumi, mentre ora siamo abituati a una certa altra immagine. Il paesaggio è uno dei protagonisti. C’è Palermo in interni e esterni; ci sono Trapani, Erice, Conte Entellina, Ficuzza, Carlabellotta, e luoghi impervi dove si arriva solo con i mezzi della Forestale”.

Il film ha un budget di 18 milioni di euro, e Angelo Barbagallo (produttore) parla di “un’avventura impegnativa e ambiziosa, con complici straordinari Rai Cinema e Medusa, a cui s’è unita anche Netflix, fondamentale”.

Per Paolo Del Brocco (Rai Cinema) questo film è “il rinnovo di un’operazione culturale. Questa è una storia identitaria e mettere insieme le forze di Rai e Medusa è un plus, un bene per la nostra industria. È uno dei primi film che con Rai Cinema International Distribution distribuiremo all’estero. È virtuoso lavorare Rai/Medusa: noi siamo competitor ma oggi è un mondo diverso: per una grande storia italiana, di grande qualità, è una cosa virtuosa”.

E, infine, Giampaolo Letta (Medusa), commenta che “dopo La stranezza, l’idea di ripetere l’esperienza c’era già da prima dell’idea del film” e collaborando con Rai “dimostriamo di poter mettere insieme due concorrenti per due bandiere italiane come Pirandello (per La Stranezza) e Garibaldi”.

Nel cast, oltre agli interpreti citati, ci sono anche Giulia Lazzarini, nel ruolo della mamma di Servillo, Giulia Andò, Leonardo Maltese, Andrea Gherpelli, Daniele Gonciaruk, Vincenzo Pirrotta, Filippo Luna.

 

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