Martedì 9 aprile, il Parlamento Europeo ospita l’ambito dell’incontro “I valori di Ventotene nell’Europa di oggi: dal confino politico al Parlamento Europeo” con la proiezione in anteprima del documentario prodotto da Magda Film La voce di Ventotene alla presenza del regista torinese Stefano Di Polito e del direttore della fotografia Alessio Castagna.
Era il 15 luglio del 1939 quando Mussolini ordinò di trasferire tutti i confinati politici a Ventotene e fece costruire dei cameroni sull’isola pontina per ospitare oltre 800 confinati. Dopo anni di carcere ed umiliazioni, sorvegliati dalle milizie fasciste e sottoposti a dure prescrizioni, i principali esponenti dell’antifascismo italiano, comunisti, socialisti, anarchici, si ritrovarono insieme a Ventotene. I confinati riuscirono però ad allestire una biblioteca clandestina e organizzarono dei corsi di formazione politica. Sandro Pertini, Camilla Ravera, Giuseppe Di Vittorio, Umberto Terracini, Giovanni Pesce e molti altri, si trovarono dunque a condividere le loro idee sulla libertà. Gli storici chiamano questa esperienza “L’Università di Ventotene”, perché grazie alla loro attività di studio e di confronto, in quegli anni si forgiò la classe politica che guidò la Resistenza e che portò alla liberazione dell’Italia e alla fondazione della Repubblica Italiana. Lì si creò, inoltre, l’Europa, perché i confinati Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni immaginarono che l’unico modo per garantire la pace dopo la Seconda Guerra Mondiale fosse superare i concetti di nazione e di nazionalismo e creare una comunità tra i popoli europei.
L’ex membro del Parlamento Europeo Altiero Spinelli raccontava che, nell’isola di Ventotene, “sentimenti, pensieri, speranze e disperazioni si ricomposero allora in un disegno nuovo” e che sentì di “nascere una seconda volta”. “La mia speranza è che, attraverso la visione del film, possa rinascere la consapevolezza delle nostre origini come cittadini italiani ed europei, per difendere quanto immaginato e conquistato dai confinati politici antifascisti che, dopo l’arresto del Duce, lasciata Ventotene, combatterono per liberare l’Italia, fondare la Repubblica e costruire l’Europa” dichiara il regista.
La storia del confino di Ventotene per molti decenni è stata negata a causa della demolizione negli anni ’70 dei cameroni che componevano la cittadella confinaria e, di questa pagina fondamentale per la storia d’Italia e d’Europa non ci sono più tracce fisiche, se non nei fascicoli giudiziari, negli scritti dei confinati e nei racconti degli anziani ventotenesi che ricordano il loro rapporto con i confinati politici. Per ricostruire questa vicenda storica, La voce di Ventotene si affida alle parole dirette dei confinati antifascisti, riprese dalle loro lettere e da alcuni libri autobiografici scritti sul confino. Il documentario si fonda, infatti, su un lavoro meticoloso di ricerca storica, grazie al coinvolgimento diretto di Filomena Gargiulo, la principale ricercatrice sul confino di Ventotene e di Fabio Masi, il libraio dell’isola, che ha fondato la casa editrice “L’Ultima Spiaggia” per pubblicare i testi sul confino.
“La voce di Ventotene è un inno alla libertà e alla pace. Un racconto collettivo e contemporaneo sul confine politico di Ventotene, diventato improvvisamente urgente e significativo nei nostri giorni, per rilanciare un messaggio di pace tra i popoli – spiega il regista – C’è un’isola nel Mediterraneo da cui tutti abbiamo origine. È l’isola di Ventotene e racchiude una storia che ci unisce tutti. È il luogo dove nacque l’Unione Europea. Lì siamo nati anche noi, come cittadini europei. E lì, probabilmente, dovremmo ritornare a nascere, in questa epoca di conflitti mondiali”, prosegue Di Polito.
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