La tigre e la neve


R. Benigni”E’ proprio in momenti terribili come quelli che si vivono in Iraq o si sono vissuti a Beslan, che la parte più profonda di noi viene toccata. Sono momenti che cambiano i nostri sogni e, per una reazione istintiva, apriamo le ali mentre precipitiamo e cominciamo a volare”. Neanche a farlo apposta, Roberto Benigni incontra la stampa sul set all’indomani della liberazione delle due Simone… e parla con le parole di Attilio De Giovanni, il poeta che il regista-attore interpreta ne La tigre e la neve, il nuovo film che uscirà nelle sale tra ottobre e dicembre 2005.

Già, perché è proprio il conflitto in Iraq a ispirare la pellicola, intrecciando le vicende della guerra all’incontro del poeta con una donna, Vittoria, che lui ama non corrisposto. I due protagonisti saranno proiettati in Iraq e lì Attilio, che non conosce una parola di arabo, si troverà costretto a combattere la sua guerra personale armato di poesia.

”I riferimenti alla guerra nel film sono precisissimi – spiega Benigni – anche se si tratta di una commedia. Sono due anni che penso a questa storia che comincia nel marzo 2003, proprio quando scoppia questa guerra insensata. Perché, sia chiaro, nessun massacro serve a prevenire altri massacri. Un concetto semplice ma di difficile applicazione perché, purtroppo, la cosa che più piace agli uomini sembra essere la guerra”.

Nella sua avventura Attilio viene accompagnato da due personaggi: Fuad, il più grande poeta arabo vivente, interpretato da Jean Reno, e Vittoria che è naturalmente Nicoletta Braschi. Poi ci sono richiami precisi alla politica attuale, perché è un film sul presente. “Ma non è un tema che ho scelto in modo cinico. La guerra, purtroppo, è entrata a far parte dei nostri sogni, ha sconvolto i nostri tempi. E quando avviene una cosa così forte bisogna mettercela tutta per affrontarla. Ho obbedito all’istinto della vita. D’altra parte, il distacco non l’ho provato neppure quando ho affrontato il tema dell’Olocausto con La vita è bella”.

Nel film, girato a Roma, Papigno e in Tunisia, ci saranno scene di grande potenza drammatica. “Sarà un film anche molto spettacolare, perché ricostruiremo l’Iraq in Tunisia nel modo più preciso possibile. Utilizzeremo tutti i mezzi di guerra, ci saranno gli americani, gli italiani, la Croce Rossa.  Ma è un film che parla molto anche della cultura araba, un popolo cui appartiene il cielo stellato”. Le guerre, dice ancora il regista, non sono tutte uguali. “Sono contento che abbiano fermato Hitler e Napoleone, ma questa guerra è diversa”.

Il film, scritto da Benigni assieme e Vincenzo Cerami, è prodotto da Nicoletta Braschi e non ha ancora una distribuzione.

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29 Settembre 2004

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