Per la terza volta, dopo il 2002 con Hollywood Ending e il 2011 con Midnight in Paris, è una pellicola di Woody Allen ad aprire il Festival di Cannes. Si tratta di Cafè Society, e rappresenta anche la 14esima volta che il regista presenta una sua opera fuori concorso nell’ambito della kermesse, dove ha debuttato nel 1979 con Manhattan. Questa volta Woody ci catapulta nella Hollywood degli anni ’30, un mondo incantato in cui tutto può succedere.
Bobby, interpretato da Jesse Eisenberg, sarà come Alice nel Paese delle Meraviglie quando arriverà a casa dello zio (Steve Carrell), una potente figura dell’industria cinematografica. Bobby vedrà cose che non aveva mai immaginato e avrà anche il tempo di innamorarsi di Kristen Stewart, nei panni della bella Vonnie. Non è la prima volta che Eisenberg e Stewart lavorano insieme, li abbiamo già visti fare gli innamorati in American Ultra (2015) e bisogna ammettere che la coppia funziona. Il giovanotto smaliziato che si perde nella luccicante Hollywood è un tema forse poco originale ma sempre attuale, e la capacità di analisi del regista è innegabile. Musica jazz, ironia e un grande cast – insieme a Eisenberg, Stewart e Carrell, ci sono Jeannie Berlin, Blake Lively e Parker Posey – sembrano gli ingredienti giusti per un film tutto da godere, che verrà distribuito da Amazon Studios e Lionsgate il 12 agosto 2016, il 19 maggio aprirà il Seattle International Film Festival A dirigere la fotografia Vittorio Storaro, tre volte premio Oscar. La pellicola è prodotta da Letty Aronson (Gravier Productions), Stephen Tenenbaum, Edward Walsoncon e Helen Robin (Perdido Productions).
“Volevo fosse una sorta di romanzo su schermo – ha detto il regista a ‘Hollywood Reporter’ – su una famiglia e le relazioni tra i suoi membri e la relazione d’amore del protagonista. Volevo avesse la struttura di un romanzo, così da potermi muovere attorno ai vari membri della famiglia. Per questo ho scelto la forma narrata, era come se fossi lo scrittore del romanzo di cui avrete esperienza guardando il film”. La lavorazione ha subito l’abbandono di Bruce Willis, a causa di sopraggiunti impegni, sostituito in corsa con Steve Carell, il che ha richiesto di rigirare per intero alcune scene.
Tra le acquisizioni I Wonder Pictures al Marchè du Film, The Student (Un Certain Regard), All these Sleepless Nights, le folli notti insonni dei giovani di Varsavia, e il nuovo cyber doc del premio Oscar Alex Gibney, Zero Days
Il regista racconterà la storia d'amore tra l'attrice Anne Wiazemsky e Jean Luc Godard da lei conosciuto sul set de La cinese per poi diventare moglie e interprete dei suoi film
Alla fine Valeria Golino lo dice chiaramente. "C'è stata unanimità? Quasi". E aggiunge: "Ci sono state lunghe discussioni, ma nessuna decisione è stata presa coi musi", e definisce l'esperienza appena conclusa "faticosa e memorabile". A caldo è abbastanza evidente che la giuria di George Miller ha dovuto fare un bel po' di compromessi. Due particolari rivelatori. Il doppio premio a The Salesman, il bel film di Asghar Farhadi che forse avrebbe meritato la Palma d'oro, e il premio per la regia ex aequo. I premi
E’ Ken Loach con I, Daniel Blake il re del palmarès di Cannes 2016. Seconda Palma a dieci anni di distanza per il regista britannico, che aveva già conquistato il premio con Il vento che accarezza l'erba. “Cercate di restare forti, per favore. Ci sono persone che faticano a trovare il cibo nel quinto paese più ricco del mondo – ha detto il regista alla premiazione – il cinema serva anche a dare speranza. Un altro mondo è possibile e necessario”. Fanno colore le copiose lacrime di Xavier Dolan e l'esuberanza di Houda Benyamina, vincitrice della Camera d'or. I premi