TORINO – Figure maschili deboli, controverse o disorientate, ma comunque vittime in due film visti al TFF, entrambi fuori concorso: La svolta di Riccardo Antonaroli e Altri padri di Mario Sesti. Due esordienti: Antonaroli è un giovane con esperienze di set che si mette al servizio di un copione di genere per un “road movie da fermo”, il maturo Sesti, affermato critico cinematografico e documentarista, gioca la carta del noir tinto di dramma familiare che scandaglia il tema della manipolazione femminile e dell’ingiustizia nel diritto di famiglia.
La svolta parte dalla descrizione di Ludovico (Brando Pacitto), ragazzo molto timido, fuori corso all’università, che disegna fumetti e non esce mai dall’appartamento alla Garbatella che gli ha lasciato sua nonna dove non attacca neanche un chiodo alla parete. Fino al giorno in cui in casa sua non si rifugia il ladro gentiluomo Jack (Andrea Lattanzi), giovanotto fin troppo scafato che ha derubato una banda di criminali ed è ricercato da un pericoloso e spietato killer (Marcello Fonte). Prodotto da Rodeo Drive e Life Cinema con Rai Cinema, il film vuole mostrare il potere terapeutico di un’inconsueta e non scontata amicizia virile in cui compaiono anche due figure femminili (Ludovica Martino è la vicina di casa perseguitata da un fidanzato violento, la sua coinquilina spagnola in Erasmus è Chabeli Sastre Gonzalez). Tra citazioni di Dino Risi e momenti rap (Carl Brave è autore delle musiche e del title track), “il film nasce con l’intento ambizioso di unire commedia all’italiana e cinema di genere”, come dice il produttore Francesco Cimpanelli. Mentre Paolo Del Brocco di Rai Cinema loda “l’entusiasmo e la freschezza dei giovani autori in un’opera universale destinata ad avere un bel percorso”.
Se La svolta parla della violenza tra maschi e del crimine, Altri padri affronta invece il tema della violenza perpetrata dalle donne con il sostegno della legge, in particolare di quelle separazioni giudiziali in cui una moglie riesce a convincere i giudici di avere ogni ragione. Capita con l’inesorabile Annalisa che riesce a privare l’ex marito non solo della casa di lui ma anche della custodia dei figli (lo accusa di aver picchiato la bambina) e ordisce poi una trama per rovinarne la reputazione e la fedina penale. Sono 150mila in Italia i padri che si trovano in condizioni di indigenza analoghe a quelle di Giulio (Paolo Briguglia), costretto a dormire in macchina. Chiara Francini, per la prima volta in un ruolo drammatico, è la moglie spietata, forse psicopatica.
Nel cast anche Pino Calabrese (un poliziotto), Maria Grazia Cucinotta (la giudice), Antonio Catania (un magistrato).
I dati dell’edizione 2021 contano 32.900 presenze (48.628 visioni online nel 2020; 61.000 presenze nel 2019), 1.678 accreditati stampa e professionali/industry (1.128 nel 2020; 2.090 nel 2019), 21.663 biglietti venduti (18.402 nel 2020; 26.165 nel 2019) e 106.116 euro di incasso (103.083 euro nel 2020; 234.000 euro nel 2019)
In questa intervista con Cineuropa, il regista turco vincitore del 39° Festival di Torino racconta come ha lavorato a Between two Dawns, in cui affronta un incidente sul lavoro e le sue conseguenze morali e giuridiche nell'arco di 24 ore
La cerimonia di chiusura della 39ma edizione del Torino Film Festival. Miglior Film il turco Between two Dawns, doppietta per la produzione USA/Spagna di Amalia Ulman, anche Premio FIPRESCI. Quattro i riconoscimenti per opere italiane
I premi collaterali del 39° Torino Film Festival. Il Premio Rai Cinema Channel va al cortometraggio La notte brucia di Angelica Gallo. Premio Achille Valdata a La Traversée di Florence Miailhe