LA STAMPA SUL PROGRAMMA


Come tradizione il programma della prossima Mostra del cinema di Venezia, annunciato ieri dal direttore Moritz De Hadeln, raccoglie consensi, dubbi e alcune critiche sulle pagine della stampa italiana.
Entusiasti i toni di “.Com” dove Andrea Piersanti scrive: “Ecumenico, spettacolare, interessante, internazionale, il programma del primo festival veneziano organizzato da De Hadeln – e dalla nuova gestione della Biennale – è destinato a lasciare privi di argomentazioni gli specialisti della polemica a tempo pieno”.
“Miracolo a Venezia” titola “la Repubblica” riprendendo la definizione usata da De Hadeln nel corso della conferenza stampa. Lo stesso aggettivo è usato anche da Michele Anselmi su “Il Giornale“: “Magari senza volerlo, sarà una Mostra bipartisan: nata con qualche legittimo affanno, nell’ansia di miscelare più che in passato glamour e ricerca, potenza americana e scoperta d’autore, classicità e sperimentazione”.
Esprime dubbi Tullio Kezich sul “Corriere della Sera“: “Moritz de Hadeln, primo direttore non italiano nella storia italianissima della rassegna, è un esperto del ramo e l’ha confermato mettendo su in poco tempo un cartellone di tutto rispetto… Per conto mio continuo a pensare che due concorsi sono troppi, che il secondo Leone, anche se ribattezzato Premio San Marco, fa ombra al primo. Ma il punto non è questo: quella che disturba è una certa aria di fotocopia, di già visto e superato che circola intorno alla formulazione di un programma siffatto”.
“Mostra raccogliticcia?” si chiede Lietta Tornabuoni su “La Stampa” e risponde: “Un po’: forse meglio non si poteva fare. Ma è un’idea vera mettere insieme, negli Omaggi resi dal festival, gli estremi simbolici del cinema italiano, Dino Risi e Michelangelo Antonioni, la commedia e l’incomunicabilità, la critica di costume e il tormento esistenziale, la risata e la nevrosi”.
Polemico Fabio Ferzetti su “Il Messaggero“: “Perché il nuovo, il diverso, il coraggioso, terreno d’elezione naturale di un festival finisce sempre recintato in sezioni apposite… Vecchio dilemma, cui la Mostra diretta da Moritz de Hadeln non sembra voler offrire nuove risposte”.
Ottimista si mostra Alberto Crespi su “l’Unità“: “Sulla carta è una Mostra accettabile, con diversi film sicuramente buoni e qualche mina vagante sparsa qua e là”.

autore
31 Luglio 2002

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