“Né Visconti né io eravamo soddisfatti del Palazzo nel feudo dei Tomasi a Palma di Montechiaro durante le riprese in Sicilia de Il gattopardo. Occorrevano ambienti che dessero ‘la forza della casa’, come soffitte il più ampie possibili per l’inseguimento amoroso tra Tancredi e Angelica. Mi ricordai allora di Palazzo Chigi a Ariccia che avevo visitato nella ricerca di ambienti per La cieca di Sorrento di Giacomo Gentilomo”. Così Mario Garbuglia, scenografo di Visconti in nove film, ricorda i retroscena che portarono il regista a girare tutti gli interni di Donnafugata (217 inquadrature su un totale di 725) lontano dalla Sicilia a pochi chilometri da Roma, ai Castelli appunto. Proprio in quel Palazzo dei principi Chigi ad Ariccia, dove Garbuglia, insieme al costumista Piero Tosi e al produttore Goffredo Lombardo – “Una folle impresa con vicissitudini finanziarie, ma fu il film della mia vita” – ha presentato oggi la mostra “La scena del principe. Visconti e Il gattopardo“. L’evento, che celebra il regista a 25 anni dalla scomparsa, sarà aperto al pubblico dal 13 ottobre al 13 gennaio ed è realizzato da Cinecittà Studios, De Agostini Rizzoli, Istituto Gramsci-Fondo Visconti, Rai, Scuola nazionale di cinema e Titanus.
Nell’estate del ’62 Palazzo Chigi nonostante i segni della guerra e dello stato di abbandono si rivelò per Il gattopardo un set ideale nel quale convivevano lo splendore delle sale del piano nobile e il degrado dei mezzanini. E ora è di nuovo un set naturale per questa mostra su Il gattopardo, perché la cinematografia di Visconti, come ha spiegato il curatore Franco Petrucci, si presta particolarmente a una musealizzazione.
Anzi di più lo stesso Palazzo è in mostra. Le sale in cui il regista ha girato il film saranno animate da rari vestiti della nobiltà siciliana dell’Ottocento, abiti d’epoca ed accessori dalla collezione Piraino di Palermo (1860/70). Ma anche da alcuni abiti originali del film, come le divise dei volontari garibaldini, e dai bozzetti di cui Piero Tosi personalmente ha curato l’allestimento. “Mi spiace che il vestito di Angelica al ballo non sia lo stesso, ma quello realizzato per lo spettacolo teatrale Il gattopardo – precisa Tosi – E’ comunque identico, la stessa organza opalescente. Visconti preferì questo vestito agli altri due proposti: uno rosa che rendeva Claudia Cardinale un po’ bambola e un altro azzurro. Fu una grande fatica preparare i costumi del grande ballo, perché tutto avveniva in contemporanea con le riprese”.
Diverse le sezioni tematiche in cui la mostra è articolata: “Luchino Visconti, la formazione”, in particolare la formazione mitteleuropea del regista; “Giuseppe Tomasi di Lampedusa e la sua famiglia” con ritratti, vedute di feudi, le varie edizioni del romanzo, nonché il manoscritto del romanzo; “Il gattopardo. La scenografia” con i progetti e i rilievi di Mario Garbuglia – “Ho preparato il film tre volte, cercando di trovare le soluzioni più economiche”; “Visconti e la pittura” con dipinti di Hayez (“Il bacio”), Lega, De Nittis, Fattori, Lo Forte, tra ricostruzione filologica e suggestioni pittoriche non sempre facili da rintracciare nell’opera viscontiana; “Il gattopardo. I costumi”; “Vestiti d’epoca della nobiltà siciliana”.
Inaugurazione ufficiale la sera di venerdì 12 ottobre quando a Palazzo Chigi si daranno appuntamento personaggi del mondo del spettacolo e della cultura, dell’arte e della politica. Saranno eccezionalmente presenti l’indimenticabile Claudia Cardinale-Angelica e l’affascinante Alain Delon- Tancredi, Terence Hill e Giuliano Gemma. Oltre a Tosi, Garbuglia e Lombardo, interverranno anche la sceneggiatrice Suso Cecchi d’Amico, Enrico Medioli e Giorgio Pes, rispettivamente sceneggiatore e arredatore de “Il gattopardo”.
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