Esce il 2 aprile con Lucky Red in 230 copie il nuovo film di Michele Placido, La scelta, tratto da un testo non conosciutissimo di Luigi Pirandello, L’innesto, e interpretato da Ambra Angiolini, Raoul Bova e Valeria Solarino, oltre che dallo stesso Placido in ruolo da co-protagonista. Angiolini è Laura, una donna che vive una vita serena assieme al marito Giorgio (Bova): le manca però la possibilità di avere un figlio, che per quanto voluto da entrambi, ancora non arriva. Un giorno Laura viene aggredita e subisce un brutale stupro, dal quale rimane (probabilmente, il racconto non lo esplicita) incinta. La scelta del titolo è “tenere o no il bambino?”, tra la voglia della donna di continuare a guardare avanti e le mille insicurezze del marito che si sente defraudato della propria mascolinità. Rispetto a Pirandello c’è un cambio temporale e spaziale: un paesino della Puglia di oggi piuttosto che la Roma borghese del 1919:
“Non volevo che il luogo fosse troppo identificabile – spiega Placido – perché è una vicenda universale, che può svolgersi ovunque, a Parigi, a New York, a Hong Kong, dove tra l’altro porterò il film nel grande festival che si svolgerà in aprile, per cercare di commercializzarlo, visto che è piaciuto alla censura cinese. Inizialmente avevo pensato anche di girarlo in Francia, e si erano interessati dei produttori inglesi. Altri cambiamenti che ho fatto sono stati inserire il mio personaggio, quello del poliziotto, e fare di Laura una insegnante di corali per bambini, per creare un legame con l’infanzia. Non ho pensato tanto al fattore ideologico, l’ho fatto perché amo Pirandello e lo considero un elemento fondamentale nel mio percorso di attore e regista. Lui ritraeva dei personaggi femminili meravigliosi e rivoluzionari, e anche Laura è una donna che fa una scelta straordinaria, al di là del comune pensiero borghese. La ricerca del figlio si risolve con una folgorazione che potremmo definire mistica, lei riesce a vedere non solo la violenza ma anche l’opportunità per avere quello che ha sempre desiderato. Poteva anche essere un film in costume, ma a parte la difficoltà di girarlo in Italia, non mi dispiace averlo reso contemporaneo e avere come interpreti degli attori popolari, che aiutino anche il film a uscire dal circuito dei pochi addetti ai lavori”.
Ambra Angiolini così descrive il suo personaggio: “La scelta di Laura è una scelta ‘diversa’. Un modo alternativo di non subire violenza. Inizialmente non denuncia l’atto, proprio per la sua volontà di essere madre, poi compie un percorso e infine lo fa, ma comunque decide di non essere una vittima. Questo però implica rovesciare la violenza su suo marito, sulla sua famiglia e su coloro che inevitabilmente devono giudicare. E’ una scelta poco popolare, molte donne che subiscono violenza non resistono perché sperano semplicemente che finisca il più presto possibile. Inizialmente è quello che fa anche Laura. Io personalmente penso che bisogna sempre denunciare, sono a favore di associazioni e istituzioni, ma contraria ai programmi che spettacolarizzano la violenza alle 4 di pomeriggio”.
“Giorgio e Laura – dice Bova – sono una coppia peculiare. Affrontano la situazione in un modo che è solo loro. Giorgio è fragile, si sente abbattuto, non sa più relazionarsi alla donna che ama, al suo corpo. Si racconta in fondo quello che potrebbe accadere a qualsiasi coppia. Giorgio stesso si sorprende della sua scelta finale”. “Che è fedele a Pirandello – riprende la parola Placido – anche se avevo ipotizzato la possibilità di un finale diverso. Inutile dire che lui da siciliano si ispirava anche alla tragedia greca, Sofocle, Euripide, le grandi domande della vita. Io non sono cattolico però ci sono dei misteri su cui non puoi non interrogarti. E la donna, e la maternità, sono uno di questi. La donna rigenera, l’uomo risponde alle guerre con altre guerre e altra violenza. Probabilmente il futuro sta davvero in mano alle donne”.
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