‘La sala professori’ come specchio della società

Esce con Lucky Red il film di ilker Catak già presentato in anteprima nella sezione Panorama del Festival di Berlino, dove è stato insignito del premio come Miglior film dalla giuria C.I.C.A.E. e del Premio Europa Cinema Label

La sala professori

Ciò che accade in sala professori rimane in sala professori…

Esce con Lucky Red il film di Ilker Catak già presentato in anteprima nella sezione Panorama del Festival di Berlino, dove è stato insignito del premio come Miglior film dalla giuria C.I.C.A.E. e del Premio Europa Cinema Label.

La sala professori, in sala dal 29 febbraio, ha raccolto numerosi elogi ed è in lizza per un Premio Oscar come miglior film straniero.

La protagonista principale è Leonie Benesch (conosciuta per  Il nastro bianco e The Crown), che interpreta un’insegnante alle prime armi alle prese con il mistero di una serie di furti e la necessità di identificarne il responsabile.

L’ambiente scolastico viene rappresentato come un campo di battaglia, riflesso della società, dove ogni azione provoca una reazione, influenzando le vite di coloro che lo abitano.

Il film è caratterizzato da una tensione palpabile che evidenzia le imperfezioni di un sistema scolastico basato rigidamente sul rispetto delle regole, sollevando interrogativi sul costo della verità e dell’integrità, mentre la disinformazione e i pregiudizi giocano un ruolo cruciale.

“Il mio co-autore Johannes Duncker e io siamo andati a scuola insieme a Istanbul – dice il regista a ‘Cineuropa’ – dove abbiamo vissuto una vicenda simile a quella del film. Gli insegnanti sono entrati in classe e hanno voluto guardare i portafogli dei ragazzini. Ce ne eravamo dimenticati, ma poi ho raccontato a Johannes quello che era successo ai miei genitori. Avevano una donna delle pulizie che li derubava. I miei genitori le hanno dato un’altra possibilità e lei ha rubato di nuovo. La cosa interessante è la dinamica che si è innescata tra i miei genitori, perché mio padre non voleva darle un’altra possibilità, mentre mia madre sì. È stato allora che ci è tornata in mente la nostra esperienza. Poi Johannes mi ha raccontato di un altro incidente avvenuto nella scuola di sua sorella, che ci ha ispirato per la nostra storia. Volevamo parlare di furti, pregiudizi e false accuse”.

Del film, oltre alla scrittura solida e alle ottime interpretazioni degli attori, si apprezza soprattutto la vena satirica: “La scuola è un ottimo modello per rappresentare la società nel suo complesso – prosegue Catak –  C’è un capo di Stato che ha potere, c’è il popolo sotto forma di studenti e con il giornalino della scuola c’è anche un organo di stampa. Ci sono molti elementi che permettono di raccontare il grande attraverso il piccolo. Abbiamo scelto il formato 4:3 per raccontare l’angustia dell’ambiente. Volevamo mostrare la pressione a cui sono sottoposti i protagonisti. Una ripresa  più dall’alto permetteva inoltre di mostrare meglio i bambini e ciò che fanno tra i banchi. Due tonalità di colore erano particolarmente importanti: il blu della scuola e una variazione di toni marroni. Sapevamo anche di non poter utilizzare una telecamera a mano per le riprese lunghe che avevamo pianificato, quindi abbiamo utilizzato un mix di telecamere a mano e statiche. Inoltre, il formato 4:3 ricorda la mia giovinezza, quando la TV e il cinema erano in questo formato”.

Infine, su Benesch: “Avevo già notato Leonie ne Il nastro bianco. Sono sempre stato un po’ colpito dal fatto che non abbia mai avuto ruoli più importanti. Per me è una delle attrici più dotate della sua generazione e ho scritto il ruolo pensando a lei. E quando abbiamo girato, ho visto quanto sia bello lavorare con persone intelligenti. Non devi fare molto per dirigerla. Lei è molto precisa e non abbiamo dovuto comunicare molto”.

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19 Febbraio 2024

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