“La ricerca, lo sviluppo e la centralità delle produttrici italiane” è il titolo dell’incontro promosso da DOC/it, associazione dei Documentaristi e delle Documentariste italiane, nell’ambito del Venice Production Bridge di Venezia che si è tenuto martedì 5 settembre alle ore 11,00 all’Hotel Excelsior.
Partner dell’iniziativa WIFTMI (Women in Film Television & Media Italia) con il sostegno di Roma Lazio Film Commission. L’incontro, molto partecipato, è stato moderato da Adele dell’Erario, Innovation Manager di Doc/it, che ha messo in rilievo come la sua azione in seno all’associazione dovrà essere volta ad avanzare proposte ed elaborare strategie sempre con particolare attenzione all’inclusione di genere ed avendo cura che l’innovazione sia tale dal punto di vista sociale, culturale ed economico.
Maria Giuseppina Troccoli, commissario della Roma Lazio Film Commission, ha sottolineato come vada oggi più che mai tenuta alta l’attenzione verso le donne nel cinema documentario. Domizia De Rosa, presidente di WIFT&M Italia, oltre ad aver evidenziato sulla base dei dati ministeriali quale ancora oggi sia la differenza di genere dietro alla macchina da presa nel cinema documentario (e ancor più in quello di finzione), ha posto l’accento sulla necessità di continuare a monitorare sapere e competenze a partire dai costanti interventi che la politica deve porre in essere per rispondere a cambiamenti e fluttuazioni nel sistema (fine tuning). La stessa De Rosa ha ribadito l’importanza della recente adesione di Doc/it alla Carta di comportamento etico per il settore audiovisivo per la tutela della dignità della persona, delle lavoratrici e dei lavoratori promossa dalla stessa WIFTMI.
La produttrice Enrica Capra (GraffitiDoc) ha posto l’accento sull’importanza di una associazione come Doc/it proprio per le produttrici donne in un contesto a schiacciante supremazia maschile e per questo ha elogiato il fatto che Doc/it abbia organizzato questa prima occasione per affrontare il tema in un contesto industry.
Graziella Bildesheim, Board Member – European Film Academy, ha parlato di come sia importante che si faccia davvero rete tra mondo delle imprese cinematografiche femminili e istituzioni al fine di confrontarsi e cooperare anche in termini di formazione e opportunità di partecipazione ai mercati da parte di talenti emergenti. Sul fronte delle istituzioni ha evidenziato la necessità di dotarsi di un organico competente e autonomo che agisca in piena trasparenza, guardando ad alcune esperienze straniere (soprattutto la Francia).
Massimo Scaglioni, Direttore Ce.R.T.A., ha posto in evidenza come ancora oggi vi sia una carenza di dati che permettano di porre in essere le opportune politiche, soprattutto per il documentario che dimostra attualmente grande vitalità e che da ciò trarrebbe sicuro beneficio. La Dott.ssa Federica d’Urso, analista dei media e ricercatrice in economia e legislazione dei media, ha reso noto di aver avviato un lavoro di ricerca triennale proprio per fornire quei dati di cui gli operatori del settore sottolineano la mancanza. Dopo aver inquadrato le caratteristiche del documentario e analizzati i possibili strumenti di finanziamento, si passerà all’analisi del mercato e dei soggetti che vi operano per poi poter trarre le opportune conclusioni nel terzo anno anche in termini di internazionalità.
Il produttore Massimo Arvat, membro del direttivo di Doc/it, ha confermato proprio la necessità di un cambio di paradigma nel settore data l’arretratezza italiana, sottolineando come per poter compiere questo passo vi sia bisogno che tutti i soggetti che agiscono nel settore si muovano all’unisono disponendo di dati e della capacità di analizzarli correttamente. Francesco Virga, produttore e Presidente Doc/it a conclusione degli interventi ci ha tenuto a rimarcare come Doc/it con questa iniziativa solleva interrogativi urgenti e invita tutto l’audiovisivo italiano, aldilà del solo comparto del documentario, a trovare risposte comuni per favorire l’affermazione delle produttrici e la cura dei percorsi di qualità nella produzione delle opere, confutando l’equazione corrente “qualità uguale alto budget”.
Ha concluso Adele dell’Erario segnalando l’ottima partecipazione al bando lanciato da Doc/it per l’assegnazione del Doc/it Women Award, il premio che incoraggia la centralità dell’apporto della produzione femminile, stimolando l’intraprendenza delle giovani professioniste che si affacciano alla carriera produttiva e allo stesso tempo comunicando la necessità di aderire a standard qualitativi elevati, in continuo adeguamento ai bisogni del pubblico, alle nuove dinamiche del mercato e all’innovazione tecnologica.
Ad aggiudicarselo, Serena Gramizzi con il progetto documentario Il processo di Bologna, che riceverà un premio in denaro di 4.000 euro, scelta tra le centinaia di candidature arrivate alla giuria (composta da Graziella Bildesheim, Enrica Capra, Stefania Casini, Domizia De Rosa, Maria Iovine) con la seguente motivazione: Per aver saputo governare un processo di sviluppo articolato, lungo, costoso e rischioso, relativo ad un progetto di vasta portata; per la capacità dimostrata nel tracciare – ed essere riuscita a mantenere – la rotta per arrivare in porto; per la presentazione impeccabile e meticolosa di un dossier capace di restituire con chiarezza le scelte tecniche, l’accesso ai materiali, le strategie di sfruttamento e di audience engagement; per le doti e la lucidità con le quali viene trattata una materia incandescente, dalla valenza storica e politica fondamentale per il nostro paese; quindi per l’urgenza etica del tema trattato, per il coraggio e la determinazione delle scelte produttive e per un percorso di sviluppo affrontato con grande spessore e qualità.
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