‘La notte’ animata, tra Vivaldi e Miyazaki

L’intervista a Martina Generali che con Simone Pratola e Francesca Sofia Rosso sono diplomati in Animazione al Centro Sperimentale di Cinematografia e autori del corto in selezione a SeeYouSound: realizzato in 2D, basato sul concerto RV 439 del compositore veneziano


TORINO – Un concerto, un concerto di musica classica, il concerto RV 439 di Antonio Vivaldi, La notte, come ispirazione e partitura del cortometraggio animato di Martina Generali (animazione, editing), Simone Pratola (concept, storyboard, animazione ), Francesca Sofia Rosso (storyboard, background design, animazione), diplomati in Animazione al Centro Sperimentale di Cinematografia e autori del film in selezione a SeeYouSound 2024.

Martina, qual è stato il ‘LA’ che ha incuriosito, motivato e supportato tre autori nati negli anni 2000 a essere ispirati da una composizione del ‘600/’700, tanto da immaginarne e realizzarne una visione animata contemporanea?
La storia è un’idea di Simone, cresciuto in una famiglia di musicisti classici: sin da piccolo ha ascoltato tantissimi brani di musica classica e ha sempre voluto raccontare con l’animazione le sensazioni che questa musica gli fa provare. È stato dapprima un progetto un po’ ‘obbligato’, perché nasce come film di diploma dell’ultimo anno al Centro Sperimentale di Cinematografia: la libertà di ciascuno era però poter esprimere la propria preferenza sul progetto, così sia Francesca che io abbiamo dato la nostra per lavorare sul corto di Simone. Io, personalmente, sono rimasta molto affascinata dall’idea delle maschere, del carnevale di Venezia, dei personaggi stravaganti, e poi sentivo un po’ la sfida nel creare un cortometraggio basandomi totalmente solo sulla musica.

C’è la scelta originale di collocare, accanto alla figura classica di Pulcinella, protagonista, maschere carnascialesche molto pop e moderne: Topolino o il cubetto Lego. Qual è stata l’intenzione, e come avete pensato e realizzato la creazione?
Nel brano di Vivaldi si fa riferimento a fantasmi, non a maschere, quindi Simone ha voluto creare queste figure che fossero sì maschere ma differenti da Pulcinella, per sottolineare la differenza tra i vip, che si scopre siano vuoti all’interno, e lui, che invece è l’unico ad avere un viso umano sotto la maschera, che è capace di emozioni, che addirittura mangia, insomma che ha un’anima; abbiamo fatto ricerca, soprattutto Francesca, sull’iconografia pop per attualizzare l’immaginario classico del carnevale.

È di forte impatto la scelta di affidare completamente alla musica il sonoro, escludendo il parlato dei personaggi: perché questa opzione da parte vostra?
Come anche desiderava Simone sin dall’inizio, il cortometraggio doveva raccontare, e addirittura elogiare, la musica di Vivaldi e, al contempo, quella musica doveva anche essere capace di raccontare una storia. Non avere dialoghi è stato anche un po’ obbligato, perché avrebbe complicato la produzione, ma altrettanto credo non ce ne fosse bisogno per questa storia, molto teatrale, molto mimica, quindi riuscire a raccontare con i gesti e il linguaggio del corpo penso offra un valore in più.

La notte è realizzato in tecnica 2D, perché avete pensato che fosse artisticamente, esteticamente, quella più consona a questo racconto?
Tutti noi tre amiamo moltissimo il 2D e nessuno si è formato con l’animazione 3D, ci piacciono molto le animazioni 2D giapponesi, da Miyazaki agli anime in genere, quindi volevamo ricreare un po’ quell’effetto nostalgia.

C’è un’estetica molto bella della fotografia, un gioco di chiaroscuri, di luci e ombre, che dà personalità visiva: perché avete optato per questa visione, e come avete lavorato per realizzarla?
C’è stata molta ricerca per gli sfondi, che sono quelli che restituiscono l’impatto scenografico/fotografico: sono stati creati principalmente da Francesca e credo abbia fatto un lavoro magistrale. C’è stata molta ricerca e abbiamo anche avuto molto supporto dai nostri docenti, perché all’inizio gli sfondi erano meno dettagliati rispetto alla versione finale; poi, abbiamo potuto anche fare ‘ricerca sul campo’, ovvero Simone e io siamo andati a Venezia, per scattare foto e trovare ispirazione dalle immagini delle strade reali che abbiamo ritratto. L’idea dei chiaroscuri c’è stata sin dall’inizio, magari non subito così precisa, ma l’idea dei contrasti di colore, anche per esaltare la figura di Pulcinella che è l’unico con il costume bianco, c’era sin da subito.

Il cinema è un mestiere di squadra, l’animazione nello specifico anche di più: è stata la prima volta di voi tre insieme come gruppo artistico? Ci sono progetti comuni in prospettiva?
Francesca e io, prima del CSC, abbiamo frequentato l’Accademia di Belle Arti a Firenze e abbiamo partecipato alla realizzazione di un corto in stop motion, poi durante gli anni del Centro abbiamo avuto occasione di creare insieme piccoli progetti; è così che abbiamo imparato già da prima a conoscerci, a capire come ciascuno lavorava: è stato comunque difficile, perché lavorare un intero anno su un progetto così grande, anche con tempi ristretti, ci ha messi alla prova, però ne è valsa la pena, anche perché – per tutti e tre – ci sono poi state offerte di lavoro subito dopo la fine della scuola; Simone sta lavorando per Studio Bozzetto, Francesca per Studio IBRIDO, e io ho da poco terminato con Enanimation, sempre a Torino. Sì, ci piacerebbe tanto lavorare di nuovo insieme: c’è l’ipotesi di qualche idea a cui potremmo riuscire a lavorare tutti e tre, non so se un altro progetto complesso come La notte, ma c’è l’intenzione di lavorare ancora insieme.

La notte – prodotto dal Centro Sperimentale di Cinematografia, sede Piemonte – Dipartimento Animazione – passa a SYS con due appuntamenti: mercoledì 28 febbraio ore 20 e venerdì 1 marzo ore 21.15, Cinema Massimo – Torino.

autore
28 Febbraio 2024

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