“Io e Carlo abbiamo realizzato un film anni ’70 così come Steno nel ‘76 volle fare un film anni ‘50″. Enrico Vanzina commenta Febbre da cavallo 2: La Mandrakata, film applaudito a lungo questa mattina dopo la proiezione stampa. Il sequel era atteso da anni: “Ogni tanto se ne parlava – racconta Enrico Vanzina che esordì proprio scrivendo la sceneggiatura della prima pellicola insieme a Steno – ma era molto difficile realizzarlo. Non c’era più mio padre e io avevo ceduto i diritti per la sceneggiatura”. Alla fine, dopo 26 anni, il seguito esce in sala il 31 ottobre con 150 copie. “Questa volta ci siamo messi da parte e abbiamo realizzato un film alla Steno: onesto con il pubblico, comico e popolare proprio come erano i film di nostro padre. La mandrakata è dedicata a lui”, ha continuato Enrico. E la pellicola è un vera citazione della precedente, sotto ogni punto di vista: la fotografia, la colonna sonora, quella stessa del trio Bixio-Frizzi–Tempera, i movimenti della macchina da presa, compreso il tocco finale di una breve soggettiva sul gioco delle tre carte, e i medesimi Pomata e Mandrake, Enrico Montesano e Gigi Proietti.
“Dopo molti anni la gente per strada ricominciava a chiamarmi Mandrake”, racconta Proietti. La stesso è accaduto a Montesano: “mi sono sentito dire frasi tipo “a Pomà, damme un cavallo bono”. E’ un fenomeno strano il successo tardivo del film di Steno: l’iterazione invece di consumare il prodotto ne ha decretato il successo. Esiste pure una suoneria per il cellulare che riprende le note di Febbre da cavallo“. Montesano, che non si è ancora concesso il lusso di vedere il risultato finale, all’inizio non voleva recitare nel sequel: “avevo timore di fare qualcosa che non fosse all’altezza della precedente. Poi, quando ho saputo che i figli di Steno avrebbero diretto il film, non ho più avuto esitazioni”.
Per questa Mandrakata, prodotta da Solaris e Video 80 in collaborazione con Warner Bros. Italia, sono stati spesi 8 miliardi e mezzo di vecchie lire: “La Warner ci ha aiutato dandoci anticipi e minimi garantiti per la distribuzione – racconta Enrico – La società americane in Italia guadagnano soldi che poi portano fuori. E’ venuto il momento di chiedere agli americani di investire nelle nostre pellicole, almeno per garantire la distribuzione nel nostro paese”. Al nuovo film partecipa anche Nancy Brilli: “Sono una comparsa di Cinecittà e mi metto in società con Micione (Rodolfo Laganà), Mandrake e Pomata. Uso le armi che ho, le tette, in modo fetente. Raggiro dei minus habens per aiutare il gruppetto a compiere mandrakate”. Ma che senso ha realizzare oggi un film anni ’70, che parla di ‘sole’? Risponde il bravissimo Gigi Proietti, in arte Mandrake: “L’arte di arrangiarsi mai come in questo momento politico è tornata d’attualità”.
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