La La Land domina la 74/a edizione dei Golden Globes vincendo sette premi su sette nomination: migliore commedia, migliori attori protagonisti, Emma Stone e Ryan Gosling, migliore sceneggiatore e miglior regista, il giovane Damien Chazelle, migliore colonna sonora (Justin Hurwitz) e migliore canzone, ‘City of Stars’. Ha battuto ogni record: è il film che ha vinto più premi nella storia dei Golden Globes.
Le poche sorprese sono venute dai premi riservati ai drammi. Casey Affleck, fratello del più famoso Ben, ha vinto il premio al migliore attore drammatico per la sua interpretazione in Manchester by the Sea. Il premio più importante della serata, Miglior film drammatico, è andato al piccolo film indipendente Moonlight di Barry Jenkins, unica statuetta nonostante le sei candidature (nella sale italiane il 23 febbraio). Un’altra sorpresa è arrivata da Isabelle Huppert eletta migliore attrice drammatica con Elle, di Paul Verhoeven. Il film, in francese, ha vinto anche nella categoria miglior film in lingua straniera. In italia uscirà il 23 marzo con Lucky Red.
Forse per porre rimedio a quel che successe durante la scorsa stagione dei premi, finita con la contestazione per gli Oscar “troppo bianchi”, numerosi riconoscimenti sono andati a attori di colore: Viola Davis è risultata essere la migliore attrice non protagonista per Fences, Tracee Ellis Ross migliore attrice in una serie brillante per Black-ish, Donald Glover migliore attore in una serie comica per Atlanta, premiata anche come migliore serie brillante, mentre la migliore serie drammatica è The Crown, che ha visto vincere anche Claire Foy per la sua interpretazione della regina Elisabetta II.
Poche le battute comiche della serata, quasi tutte con un unico bersaglio, Donald Trump. Molti invece i discorsi toccanti. Tom Hiddleston ha raccontato della sua esperienza in Sudan fra i volontari di Medici senza frontiere, Ryan Gosling ha dedicato il premio al fratello della sua compagna, Eva Medes, morto recentemente di cancro.
Meryl Streep – che ha ottenuto il premio alla carriera Cecil B. DeMille – ha attaccato senza mai nominarlo il presidente Donald Trump. L’attrice ha sottolineato l’importanza della diversità nel mondo dell’arte: “Se a Hollywood mandassimo via tutti quelli che non sono nati qui non ci resterebbe nulla da guardare se non il football e le arti marziali, che non sono propriamente arte”. Poi, senza citarlo, ha ricordato di quando Trump durante la campagna elettorale, scimmiottò un giornalista disabile: “Una forma di mancanza di rispetto e un atto di violenza”. Infine ha concluso con le parole della sua compianta amica e collega Carrie Fisher: “Prendi il tuo cuore spezzato e fallo diventare arte”.
Meryl Streep è”una Hillary lover”, così il presidente eletto Donald Trump ha liquidato, in un’intervista telefonica pubblicata oggi dal ‘New York Times’, le critiche rivoltegli dall’attrice. Trump ha aggiunto di “non essere rimasto sorpreso” di essere stato attaccato dalla “gente liberale del cinema”.
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