TORONTO. Non è una manifestazione competitiva quella del Toronto International Film Festival, eppure ogni anno dalle sue sale inizia la ‘Corsa all’Oscar’ di molti titoli. Un Festival importante, in primis per le indicazioni che distribuzioni e produttori riescono a trarre dai responsi emersi dalle proiezioni per pubblico e critica, e soprattutto dall’assegnazione dell’ambito People’s Choice Award.
Gli spettatori della 40ma edizione, appena conclusasi, hanno premiato questa volta Room di Lenny Abrahamson, che già dalla sua prima proiezione aveva scatenato un passaparola sfociato in enormi file fuori dal Princess of Wales Theatre su King Street. Dove erano in programma le poche repliche del film che potrebbe consegnare all’Olimpo Brie Larson, attrice seguita con attenzione da molti, ma ancora non gratificata da un successo ‘mainstream’.
Ovviamente si parla già di Oscar per la 25enne californiana – premiata a Locarno 2012 per Short Term 12 – che già sogna di seguire le orme di altre venute prima di lei.
Il People’s Choice Award, d’altronde, solo negli ultimi due anni ha ‘benedetto’ The Imitation Game (Oscar per la Migliore Sceneggiatura) e 12 anni schiavo (con tre statuette, tra cui quella per il Miglior Film e la miglior attrice per Lupita Nyong’o). E prima di questi: La vita è bella (1998), Il lato positivo (2012), Il discorso del Re (2010), Precious (2009) e The Millionaire (2008), solo per citare gli ultimi. O quelli di maggior successo in Italia. O che, guarda caso, han portato sul palco del Kodak Theatre i loro protagonisti e protagoniste, da Roberto Benigni a Colin Firth, da Jennifer Lawrence alla ‘desaparecida’ Mo’Nique.
La Universal si è giustamente subito affrettata ad annunciare la ‘prossima’ uscita di Room nelle sale italiane, anche se ancora non si ha una data precisa per “l’incredibile film basato sul bestseller di Emma Donoghue”. “Una storia dei nostri giorni che racconta l’amore sconfinato tra madre e figlio” che sicuramente commuoverà il pubblico nazionale – come ha già fatto con quello di Toronto – grazie alla storia del piccolo Jack, nato e cresciuto in una stanza, inconsapevolmente recluso insieme alla giovane madre, la cui vicenda si ispira a quella del terribile caso Fritzl del 2008.
Dalla stessa Universal dovrebbero arrivare anche lo splendido Anomalisa (già in Concorso a Venezia) e il thriller cupo The Witch che si presenta tirando in ballo addirittura lo Stanley Kubrick di Shining. Si attendono conferme in merito, come deve essere ancora definita la data di uscita esatta di The Danish Girl (atteso per il febbraio 2016) che la Universal ha già portato alla Mostra di Venezia, e che sembrava lanciato verso una conferma di Eddie Redmayne prima che il passaggio nordamericano sottolineasse l’eccellenza della sua compagna Alicia Vikander.
E se Warner Bros. e 20th Century Fox han già deciso quando programmare in sala i loro ‘campioni’ Black Mass (8 ottobre 2015) e Sopravvissuto – The Martian (1 ottobre), non tutte le distribuzioni hanno definito un piano preciso per i film portati al TIFF. Il film di Ridley Scott con Matt Damon abbandonato sul Pianeta Rosso è stato uno di quelli che ha più convinto – e divertito – la platea, anche di critici, conquistati anche da Il caso Spotlight (visto Fuori Concorso al Lido) che la BIM dovrà decidere come inserire in un listino che comprende anche altri tre film ‘canadesi’: il thriller Remember di Atom Egoyan (gennaio 2016), Deephan di Jacques Audiard (22 ottobre) e Mountains may depart di Jia Zhang-Ke.
Il primo big ad arrivare in sala sarà però Sicario, il 24 settembre. Un film duro, ma secondo alcuni sopravvalutato, che riporta Denis Villeneuve (Prisoners, Enemy) alla nostra attenzione.
Come fa anche l’altro film della 01 Distribution, Legend, forte di una interpretazione ‘doppia’ di Tom Hardy che potrebbe piacere all’Academy, ma che dovremo attendere per ammirare. L’autunno, invece, già annuncia alcuni dei film più visti di questo TIFF, presenti nei listini di Videa e Good Films, sempre molto attivi a Toronto. L’imperfetto ma interessante The Program (8 ottobre) racconta la caduta del mito Lance Armstrong, mentre in Freeheld (5 novembre) si parla di omosessualità e diritti civili con l’adattamento per il cinema del Premio Oscar per il Miglior cortometraggio documentario nel 2008, qui impreziosito dalle interpretazioni di Ellen Page e Julianne Moore.
Un cast tutto al femminile anche quello di About Ray, film sul quale avevano puntato in molti, prima di vedere Room. Susan Sarandon, Elle Fanning e Naomi Watts raccontano una storia toccante e divertente di identità sessuale. Non da disdegnare nemmeno i film della Good Films, che con Demolition e Colonia può puntare sulla penetrazione di Jake Gyllenhaal ed Emma Watson e che dal 16 ottobre mostrerà all’Italia l’anomalo thriller distopico The Lobster interpretato da un irriconoscibile Colin Farrell.
Grande attesa anche per i film della Eagle Pictures: il dramma storico The Man who Knew Infinity, nel quale Jeremy Irons e Dev Patel raccontano la storia di un genio matematico indiano, e il Trumbo interpretato da Bryan Cranston nei panni dello sceneggiatore comunista di Vacanze romane travolto dal Maccartismo.
Altrettanto interessante Truth, che Lucky Red distribuirà dal 1 gennaio 2016: una sorta di docudrama con Cate Blanchett e Robert Redford a indagare sui privilegi che permisero a George W. Bush di evitare il servizio di leva. Decisamente più del deludente Equals (nonostante Kristen Stewart, Nicholas Hoult e Guy Pearce) che ancora non ha una data di uscita.
Piccole grandi delusioni anche dal I saw the light di Sony (biopic sul country singer Hank Williams interpretato da Tom Hiddleston ed Elizabeth Olsen), l’impegnato September of Shiraz di Ambi Pictures (con Adrien Brody e Salma Hayek ‘prigionieri’ delle rivoluzione in Iran) e lo Stonewall di Roland Emmerich (ricostruzione troppo teatrale di un momento storico importante per il movimento LGTB).
Un lungo elenco, che si conclude con la segnalazione di Il figlio di Saul di Laszlo Nemes, film Teodora atteso per il 27 gennaio 2016 che racconta il dramma di un prigioniero ungherese dei forni crematori di Auschwitz e il suo tentativo di seppellire degnamente il cadavere di quello che credere essere suo figlio… E nella lista non abbiamo considerato i tanti italiani in trasferta. Esaminati nel dettaglio a parte, i film di Bellocchio, Minervini, Moretti, Messina e Sorrentino sono già usciti nelle sale italiane e stanno ormai lavorando sulla distribuzione internazionale. Con la sola eccezione del Bella e perduta di Pietro Marcello affidato a Istituto Luce Cinecittà che lo porterà in sala il prossimo 19 novembre.
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