“La chambre bleue”, Amalric tra Simenon e Truffaut

Il film, girato in quattro settimane a partire dal romanzo omonimo del giallista, ha incantato oggi la platea del Certain Regard


CANNES – Un film gioiello, girato in quattro settimane a partire dal romanzo omonimo di Georges Simenon: La chambre bleue di Mathieu Amalric ha incantato oggi la platea del Certain Regard, tanto che qualcuno si domanda perché non sia stato messo in concorso. Un romanzo che ha tentato Pialat, Chabrol, Téchiné e, pare, anche i fratelli Dardenne, e che ora è stato portato sullo schermo dal talentuoso attore-regista nel tempo di attesa e preparazione dell’ambizioso progetto registico de Il rosso e il nero di Stendhal. Un polar elegante girato nell’ormai desueto formato quadrato 1:33, in cui Amalric – che fu a Cannes, lo scorso anno, con Venere in pelliccia di Polanski – ha chiamato la sua compagna Stéphanie Cléau, che non è un’attrice, a interpretare la sua amante in una storia che si svela a poco a poco e inizia nella camera blu in cui Julien ed Esther (Amalric e Cléau, appunto) hanno appena fatto l’amore.

Si accarezzano, si mordono, si appassionano, ma non sono una coppia: è presto chiaro che sono entrambi sposati con un’altra persona. E tra un gesto sensuale e un dettaglio della stanza blu si insinuano pian piano le domande serrate dei poliziotti e del giudice, che chiedono conto degli incontri tra i due. Cosa sia successo e di cosa Julien sia accusato si scoprirà solo alla fine, dopo un progressivo e intrigante avvicinamento all’epilogo. 

La chambre bleue beneficia di un importante e lungo lavoro di montaggio: “In questo senso – ha scritto Amalric nelle note – mi ha salvato il lavoro sul dossier giudiziario. Ne abbiamo creato uno vero e proprio, integrale, attualizzato con l’aiuto della polizia scientifica in base a quello che si poteva fare nel 1963. Sapevo che sarebbe stato un film corto (dura appena 76 minuti, NdR), del tipo di serie B dei film di Jacques Tourneur. Nightfall – Angel face di Otto Preminger è stato un altro faro”. Tra i riferimenti il regista francese cita poi anche La signora della porta accanto di Truffaut e i gialli alla Hitchcock, ma anche Chabrol, cineasta che non a caso ha adattato Simenon.

16 Maggio 2014

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