Esce il 30 dicembre in 400 copie con 01, prodotto da Lucky Red e Rai Cinema in collaborazione con Rai Cinema La Befana vien di Notte II – Le origini, prequel della riuscita commedia fantasy con Paola Cortellesi di qualche anno fa. Il cast cambia completamente, e vede protagonisti Monica Bellucci, Zoe Massenti e Fabio De Luigi nei panni del villain.
La regia è di Paola Randi, per la sceneggiatura di Nicola Guaglianone e Menotti, e il film è sorprendente per la sua carica poetica ed epica – che prevalgono sugli aspetti comici e sentimentali, comunque presenti – e la capacità di lavorare su un’icona nostrana trattandola come se fosse un film di supereroi.
Randi non è nuova all’argomento ‘streghe’, perché ha diretto alcuni episodi di Luna Nera : “Sono appassionata di effetti speciali – dice in conferenza – amavo Rambaldi, e amo la capacità che ha il cinema di raccontare l’impossibile. Ho sempre cercato di sperimentare nel mio percorso e confrontarmi con una sceneggiatura pazzesca che ti dà possibilità di giocare con la fantasia è veramente l’ideale. Ho un casti di attori e attrici incredibilmente generosi, eravamo innamorati del personaggio della Befana come supereroina italiana. Hanno lavorato col corpo e le inflessioni, dal siciliano al bolognese, è un tratto fondamentale della nostra penisola che permette alla gente di identificarsi con i personaggi. Il cuore della loro poetica come autori è quello di incastonare elementi credibili in un contesto fantastico. Anche il suono è importante. Ho potuto lavorare sulla partitura emotiva delle scene e questo film pieno di azione e magia ne aveva bisogno. Tutti abbiamo un superpotere, che il cinema nutre: la fantasia. Qualunque difficoltà la realtà ti proponga, se hai questo potere non temi nulla. La Befana porta sorrisi ai bambini, porta dolci e carbone, queste sono le sue armi per affermare il bene”.
Gli sceneggiatori dicono “Non amiamo i sequel, non vogliamo fare quello di Lo chiamavano Jeeg Robot, ad esempio, ma la figura della Befana ci permetteva di raccontare un percorso di formazione, quindi abbiamo pensato all’opposto della Befana, quello di una ladra che pensa solo a sé stessa. Un tema che ci affascina, la dicotomia tra egoismo e altruismo. Così nasce la storia della nostra Paoletta, scugnizza che pensa solo agli affari suoi e poi cambia. Diventando la Befana come tutti la conoscono. A volte la sceneggiatura è matematica. Avevamo una Befana che scende nei camini per donare, la nostra all’inizio ruba. Se hai l’inizio e la fine, devi solo inventare quello che c’è in mezzo”. Nel film ci sono tutti i tratti caratteristici dell’icona ‘Befana’. Dalla scopa alla calza all’intrufolarsi nel camino. E sono tutti incorporati nel suo mito di fondazione.
Ma ne manca uno: la vecchiaia, che invece era parte integrante della precedente pellicola in cui Paola Cortellesi diventava una megera per magia: “Avevamo pensato al tema per un finale, ma l’abbiamo accantonata perché si sarebbe altrimenti sovrapposta a tutti gli altri finali che avevamo. Abbiamo deciso di eliminarla perché può essere materiale utile per il futuro”.
“Una strega così – dice Monica Bellucci, interprete di Dolores, fattucchiera buona che fa da mentore alla protagonista – è anche una fata. Una donna che pensa ai ragazzini, che pensa al passaggio, la forza di questo film è il risvolto psicologico di tutti i personaggi. Tutti hanno un perché. Dolores ha perso un figlio, ed è una strega molto umana. Ci sono fantasia e colpi di scena, ma anche tanta umanità. E’ un film che parla anche di complicità tra donne. Dolores è una madre. Anche nel rapporto con le mie figlie sono un po’ amica oltre che madre. E’ un’evoluzione della femminilità e dei rapporti, che permette a noi donne di evolvere in intimità e collaborazione. Così le nostre figlie possono imparare ad essere libere, come Paola Randi. Un mondo nuovo che si affaccia dolcemente ma con sicurezza. Ed è stato terapeutico anche per me. Da bambina la Befana mi faceva anche un po’ paura, così l’ho esorcizzata. Fare l’attrice è una magia essa stessa. Per noi attori e per chi ci guarda. Il cinema fa sognare, ci fa evolvere e addirittura risolvere qualche problema”.
Massenti, star dei social, è formidabile nel ruolo della piccola Paola, destinata a diventare la Befana: “Recitavo sempre da sola in cameretta, ma per vergogna non mi ero mai espressa. Poi mi sono detta che dato che era un mio sogno era inutile perdere tutto solo per timidezza, ho iniziato a lavorarci ma alle spalle avevo già TikTok e Instagram. E’ arrivata una chiamata da Nicola Guaglianone e sono passata per il classico percorso dei provini”.
De Luigi racconta “dall’alto dei miei nove follower su TikTok, non potevo competere, ma so ballare bene. Nel film sfoggio capelli lunghi e addominali ma qui li ho lasciati a casa. E’ un cattivo da favola, resta sempre un film per famiglie, ma ho delle fragilità. Ogni personaggi ha un racconto umano fatto di contraddizioni, paure legate all’aspetto fisico ma anche al punto di vista affettivo. Questo pacchetto di frustrazioni sfocia nella sua cattiveria. Anche per me la Befana era un po’ spaventosa, era l’ultima boa a cui aggrapparsi prima del ritorno a scuola”.
Guaglianone è anche regista della seconda unità: “Questo mi ha permesso anche di risolvere dei problemi. Mi dicevano che non c’era tempo per girare certe scene e allora ho detto ‘lo faccio io’. Ho lavorato con i bambini, era difficile ma per spirito di sopravvivenza me la sono cavata. Mi piace dire ‘ho girato’. Ti dà un tono maggiore rispetto a ‘ho scritto’”. Mi spaventa meno l’idea del set adesso, anche se non so se riuscirei a stare su una sola storia per così tanto tempo”.
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