VENEZIA – A tre anni dal trionfo mondiale del suo primo lungometraggio Il figlio di Saul (Grand Prix della Giuria e Premio Fipresci al Festival di Cannes 2015; Premio Oscar per il Miglior Film in Lingua Straniera 2016), l’ungherese László Nemes si aggiudica il Premio Fipresci (Federazione Internazionale dei Critici Cinematografici) in Concorso alla Mostra di Venezia per Sunset, il suo secondo lungometraggio sviluppato all’interno del TorinoFilmLab.
La pellicola avrà la sua anteprima Nordamericana nella sezione Special Presentations del Toronto International Film Festival. Sunset è ambientato nella Budapest del 1913, e racconta la storia di una ragazza orfana alle prese con un misterioso passato familiare alla vigilia della Prima Guerra Mondiale. László Nemes ha completato la prima stesura della sceneggiatura attraverso il programma ScriptLab 2012 (ex Script&Pitch) prima di girare Il figlio di Saul, e successivamente ha beneficiato di consulenze ad hoc da parte di esperti internazionali in diverse aree del filmmaking con il programma FeatureLab 2015 (ex FrameWork). SUNSET è stato sostenuto dal TorinoFilmLab con un TFL Production Award di € 50.000. Scritto assieme a Clara Royer e Matthieu Taponier, il progetto di Sunset è il risultato di una coproduzione tra Laokoon Filmgroup (Ungheria) e Playtime Productions (Francia), con il supporto dell’Hungarian National Film Fund. Per questo film, il regista ha collaborato nuovamente con il direttore della fotografia Mátyás Erdély.
Tel Aviv on Fire premiato nella sezione Orizzonti: la commedia politica del palestinese Sameh Zoabi, ha ricevuto il Premio Interfilm per la Promozione del Dialogo Interreligioso da parte dell’International Interchurch Film Organisation, nonché il Premio al Miglior Attore per il protagonista Kais Nashif. Il progetto – anch’esso un’opera seconda – è stato supportato dal laboratorio attraverso il TFL Audience Design Fund.
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Il regista di Perfetti Sconosciuti, giurato a Venezia 75, rilascia un'intervista a 'La Repubblica', specificando che "il film vincitore passerà anche al cinema", in merito alla protesta delle associazioni di categoria circa l'assegnazione del Leone d'oro a Roma di Cuaron, prodotto da Netflix
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Definendo il film del messicano Alfonso Cuaron, vincitore del Leone d'oro, "molto bello", il quotidiano francese ricorda che un tale riconoscimento "farà storia"