Parecchio movimentato il 30° compleanno del Torino Film Festival, che inaugura stasera con l’anteprima italiana di Quartet, debutto alla regia del 75enne Dustin Hoffman. La kermesse si è trovata catapultata nei comunicati di tutti i sindacati di tutte le latitudini a causa della polemica assenza di Ken Loach in favore dei lavoratori precari del Museo del Cinema. Proprio stasera l’Unione sindacati di base ha organizzato un presidio dei lavoratori licenziati davanti al Museo “per ringraziare il regista, che con il suo gesto ha messo in luce una realtà sconosciuta ai più”, mentre si prospetta anche una manifestazione fuori dall’Auditorium del Lingotto, che ospita l’apertura ufficiale.
Immancabile il commento amaro del direttore del Museo Alberto Barbera: “E’ una polemica surreale, si finisce per parlare solo di quello, quando in realtà si sta per aprire un grande festival”. Non meno piccato il direttore del festival Gianni Amelio, che ha definito il gesto di Loach “narcisistico con una punta di megalomania”. Mentre Ettore Scola che ha deciso di ricevere il Gran Premio Torino, come da programma, esprime solidarietà con i lavoratori in agitazione: “Pur comprendendo la loro battaglia non ritenevo opportuno rifiutare, poiché sarebbe sembrato un rifiuto impropriamente rivolto al TFF e al suo direttore Gianni Amelio, oltre che scarsamente utile alla loro causa”.
L’ultimo commento è del sindaco Piero Fassino, che a ‘La Stampa’ dichiara: “Loach avrebbe fatto meglio ad adottare un atteggiamento come quello di Scola, che ha promesso solidarietà ma non per questo ha danneggiato il Festival”, e il regista Daniele Segre, anche lui tra i premiati, aggiunge: “Loach ha profondamente sbagliato, commettendo un errore politico e mancando di rispetto ad Amelio e al Festival.
“Mostreremo tutti i documenti, incluse le sentenze di tribunale che dichiarano illegittimo il licenziamento dei lavoratori e condannano la società a versare un risarcimento”, spiega Romolo Marcella che per conto dell’Usb segue il settore del lavoro privato. “Ken Loach è riuscito a rompere il muro di gomma delle istituzioni politiche” è la dichiarazione di Federico A., primo lavoratore che la scorsa estate ha iniziato a scrivere a Loach e che oggi userà la sponda del Maestro per rilanciare la vertenza con la cooperativa Rear. “Mi spiace come cinefilo e torinese di essere arrivati a tal punto – continua – come cittadino l’interesse del Maestro mi ha stupito. Nessuna presa di posizione ideologica, ma la decisione è arrivata dopo precisa raccolta di informazioni, mi ha anche messo a disposizione un traduttore”.
Nel merito, la società per cui lavoravano gli operai spiega tramite il presidente Mauro Laus, consigliere regionale del PD: “Partecipiamo agli appalti pubblici con la massima attenzione alla normativa vigente, a quanto contenuto nei capitolati e a quanto richiesto dai bandi, compresa l’applicazione ai contratti alternativi all’Unci, come avviene ad esempio alla Reggia di Venaria. E in ogni caso i contratti alla Mole rispondono alla normativa”.
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