L’opera sesta di Baz Luhrmann è un inchino ad un’icona, Elvis Presley, seppur l’autore australiano, presentando il film Fuori Concorso al recente Festival di Cannes, abbia ribadito: “Per me è stato importante mettere in scena il suo modo di vivere, il contesto: Elvis era qualcuno di sensibile, profondo, spirituale”.
Dal nome proprio del protagonista – Elvis (Austin Butler) – un biopic che narra il complicato rapporto col manager, il colonnello Tom Parker (Tom Hanks), la nascita in un quartiere di neri che ha influenzato la sua musica per tutta l’esistenza, l’ascesa alla fama mondiale, la relazione con la moglie Priscilla.
Lo scorso 29 aprile, la vera Priscilla ha pubblicato un post su Facebook in riferimento al film: “Per coloro che sono curiosi del nuovo film Elvis, Baz Luhrmann, il regista, mi ha fornito una proiezione privata … Questa storia parla della relazione tra Elvis e Parker. È una storia vera raccontata in modo brillante e creativo, che solo Baz, col suo modo artistico unico, avrebbe potuto realizzare. Austin Butler, che ha interpretato Elvis, è eccezionale … WOW!!! Bravo a lui… sapeva che aveva delle scarpe grandi da riempire … Tom Hanks è il colonnello Parker nel film. Che personaggio … La storia, come tutti sappiamo, non ha un lieto fine. Ma penso capirete un po’ di più dell’esistenza di Elvis, scritta da un regista che ha messo il suo cuore e la sua anima e molte ore in questo film”.
Alla première mondiale a Cannes – il 25 maggio 2022 – Priscilla, 77 anni, era presente in sala: al termine della visione ha pianto e ha detto a Luhrmann: “se mio marito fosse qui oggi direbbe ‘dannazione, sono io’…”, una considerazione che il regista ha definito “la recensione migliore che abbia mai avuto”, aggiungendo che: “Dapprima, ho incontrato Priscilla e altre persone vicine a Elvis e ho compreso trepidazione e scetticismo. Hanno però capito che saremmo stati rispettosi e con Austin, e tutti, abbiamo parlato e detto che Elvis era un’icona sì, ma che avremmo fatto un film su chi fosse la persona: è stato un marito, un padre”.
Luhrmann ha inoltre sottolineato di aver desiderato far emergere il contesto culturale in cui è nato Elvis, il Mississippi, il profondo Sud dell’America più povera, in cui la star è cresciuta per le strade di una comunità nera. “Mi piace che il pubblico capisca cos’hanno significato i suoi inizi lì e come potente fosse la sua ispirazione. L’amore di Elvis per il gospel e il blues è stata un’autentica reazione alla musica che ha assorbito crescendo” essendo la sua l’unica famiglia bianca in un quartiere nero a Memphis. “La musica a cui ha dato vita Elvis è stata la musica della sua infanzia e adolescenza, quella che ha metabolizzato nelle amicizie con i musicisti neri emergenti del tempo, come BB King. Elvis, per tutta la vita, non ha fatto che ripetere, ‘Non ho inventato il Rock and Roll, ne ho solo dato la mia interpretazione. Io non sono il re’”.
E Butler, che a questo Elvis ha dato volto, corpo e anima, spiega: “Ho assorbito il soggetto, ne ero quasi ossessionato. Ho voluto conoscere la sua evoluzione e ho passato molto tempo a studiare per cercare la sua massima umanità: tutti lo percepisco come un’icona ma mi ha affascinato trovare la natura profonda di Elvis Presley. Ho guardato unicamente al cuore del personaggio, certamente guardando anche video, osservando come muoveva la testa, come spostava lo sguardo, per capire le ragioni del perché si muovesse così. Mi sono agganciato alla vita di questa straordinaria persona”.
Il film dell’australiano – a trent’anni dal suo esordio con Ballroom (1992) – conferma la sua firma cinematografica, che sintetizza e valorizza Melò e Musical. Ci sono l’opulenza estetica, l’iperdinamismo dei movimenti di macchina, la regia-coreografia, il gioco con lo schermo come fosse una scacchiera quando usa lo split screen o ricorre a tavole di fumetto, in cui anche il gusto cromatico vivace della fotografia non viene meno, a dar enfasi soprattutto a costumi e scenografie.
“Sono ammiratore di personaggi shakespeariani: Amadeus di Miloš Forman racconta la relazione difficile tra lui e Salieri, ma io – ha detto ancora Luhrmann in riferimento alla dinamica tra Elvis e il colonnello di Hanks – ho voluto parlare della vita di Elvis con rispetto, ho voluto mostrare la vita Anni ’50, la relazione con la sua esistenza personale e anche col business”. E, a questo proposito, la voce off del personaggio del Colonnello, proprio nelle prime sequenze, dice: “… vi ho donato una leggenda … senza di me non sarebbe esistita … ho creato io Elvis Presley”, affermazioni a cui – a un certo punto – nel film Elvis ribatte, definendolo “…parassita … vampiro”.
Per Tom Hanks: “Ci sono percezioni differenti del Colonnello. Ho cercato di giocare con un personaggio sgradevole. Baz è riuscito a restituire una figura che ha colto l’opportunità di fare di un profilo pop un fenomeno culturale. Mi sono informato un po’ sulla sua storia, ma ho preferito pensare che fosse un uomo brillante, curioso, certamente è stato anche uno a cui interessava trasformare Elvis in una star da milioni di dollari”.
Se il soggetto è Elvis, di meno non si può dire non lo sia la musica: nel film, tra gli altri, Doja Cat ha contribuito con una canzone originale, Vegas, che incorpora elementi delle canzoni di Presley; pubblicato come singolo prima dell’album della colonna sonora del film, che conterrà variazioni sul materiale originale di artisti di fama mondiale; la band italiana Måneskin partecipa nei crediti musicali con una cover di If I Can Dream, così come il rapper Eminem con Ceelo Green hanno collaborato alla traccia intitolata The King and I.
Elvis è un film che non solo racconta la storia di una storia (personale e artistica) mitica, ma anche un film che ha una storia di per sé, infatti il primo annuncio del progetto fu fatto nel 2014, poi silenzio per cinque anni: quando, nel 2019, è stata annunciata l’interpretazione di Tom Hanks. Luhrmann, in un’intervista a “Entertainment Weekly”, ha svelato di aver ricevuto una telefonata da Denzel Washington che consigliava Butler per il ruolo protagonista. Nel cast anche Maggie Gyllenhaal e Rufus Sewell per Gladys e Vernon Presley, i genitori.
Elvis esce al cinema dal 22 giugno, distribuito da Warner Bros.
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