Nel 2017, Gli ultimi Jedi di Rian Johnson aveva scosso le fondamenta dell’universo di Star Wars, dissacrando la saga nel tentativo di rinnovarla dopo il nostalgico riavvio de Il risveglio della Forza di J.J. Abrams, il sorprendente – ma pur esso nostalgico – spin-off Rogue One e l’arrivo di tante nuove fonti di universo espanso, libri, fumetti e videogiochi che arricchivano l’esperienza di questo ‘reboot’ della trentennale saga creata da Lucas dopo più di dieci anni di assenza dalle sale (La vendetta dei Sith è del 2005).
E’ passata infinita acqua sotto i ponti e soprattutto è arrivata la Disney, ben intenzionata a replicare il successo ottenuto con l’universo cinematografico Marvel ma ignara che per Star Wars, le medesime regole non funzionano esattamente allo stesso modo. Se infatti il pubblico dei fumetto era piuttosto ristretto e non direttamente connesso con la sala, e dunque per i super-eroi ha funzionato smitizzare, ironizzare, a volte ridicolizzare, umanizzare, per avvicinare quel tipo di mitologia al grande pubblico, quando si tratta di Guerre Stellari si parla di un vero e proprio culto, nato in sala e che ha la sala come media principale, seguito da veri e proprio ‘adepti’ che sono poco disposti ad accettare la desacralizzione di quanto è, per loro, un’autentica religione. Ne Gli ultimi Jedi era tutto come non ci si aspettava che fosse. Battute quando si pensava dovesse arrivare il momento epico, svalutazione delle aspettative circa le origini dei personaggi principali – soprattutto Rey, la nuova protagonista, ma anche il cattivo Cancelliere Snoke, liquidato a metà film come se fosse uno sgherro qualsiasi – a molti questo approccio non è piaciuto. Addirittura, si sono alzati movimenti per spingere la Disney a ‘rigirare’ il tutto secondo coordinate più canoniche, e sedicenti cooperative di produttori si sono addirittura messe in gioco proponendosi di passare direttamente ai fatti. Cosa che puntualmente non è avvenuta.
Piuttosto, la casa di Topolino, che al box-office de Gli ultimi Jedi è passata comunque tutto sommato indenne, ha ‘pagato’ con un parziale insuccesso quando è stato il momento di venir fuori con lo step successivo del franchise, lo spin-off Solo, basato sulle avventure giovanili del mitico personaggio interpretato da Harrison Ford, qui con il volto, poco piacente al pubblico, di Alden Ehrenreich. Non aiutato peraltro dalla concomitanza autoconcorrenziale di Avengers: Infinity War, dall’uscita estiva e dal cambio di attore, il film ha realizzato molto meno di quanto ci si aspettasse, imponendo un ripensamento sulle strategie di marketing che ha portato alla cancellazione degli altri spin-off previsti (quello su Obi-Wan Kenobi però sembrerebbe ben avviato sulla strada della serie televisiva, considerando anche la buona riuscita del recente The Mandalorian, godibilissimo serial ambientato nello stesso universo, esclusiva della nuova piattaforma Disney +) e anche un ragionamento ‘a ritroso’ sull’episodio successivo, il IX, intitolato L’Ascesa di Skywalker e ora in sala in tutto il mondo. Un capitolo importante, perché chiude l’esalogia – ci saranno probabilmente altri film di Star Wars, ma la storia degli Skywalker, dicono, si chiuderà qui – ma anche perché deve recuperare il terreno perduto dal precedente e al contempo fare i conti con la prematura scomparsa di Carrie Fisher, reintegrata però nella narrazione grazie a riprese non utilizzate per Il risveglio della Forza e alle magie del digitale.
Alla regia è tornato J.J. Abrams, che il franchise lo aveva rilanciato, appunto, con Il risveglio… Insomma, un’operazione d’emergenza per riportare tutto sui binari desiderati dal fandom. E anche, diciamolo, un passo indietro. Dato che siamo in un momento storico in cui lo spoiler fa più paura di un maestro Sith armato di una doppia lama, è difficile parlare del film senza rischiare di incappare in qualcosa che potrebbe fare arrabbiare qualcuno. Dal trailer, sappiamo già che torna l’Imperatore Palpatine, il ‘cattivo’ della trilogia originale. Tutto il resto sembra fatto apposta per consolare i delusi dall’episodio precedente. Citazioni delle frasi storiche, ribaltoni come se piovesse, il ritorno delle grandi rivelazioni parentelari (in linea con l’”Io sono tuo padre” che è diventato ormai proverbiale, da L’Impero colpisce ancora) e il resto è tutta azione e reazione. Tutto molto prevedibile, se vogliamo, ma certamente più canonico. I fan saranno contenti e le prime reazioni alle anteprime, entusiastiche come da copione, lo dimostrano.
Mista la reazione della stampa. Rob Keyes di ‘Screen Rant’ parla di “un finale enorme immensamente soddisfacente”, che “in qualche modo affronta temi, personaggi problematici e gran parte delle domande lasciate senza risposta” nei film precedenti. Gay Epstein dell’’Economist’ si sbilancia su una “conclusione commovente e definitivamente soddisfacente, la fine che Star Wars merita”. Erik Davis di ‘Fandango’ lo definisce “epico”, “un finale spettacolare pieno di tantissime cose: azione, avventura, risposte, umorismo, cuore, amore e grinta”, e gli fa eco Adam B. Vary di ‘Variety’ che ha twittato: “C’è così tanto film in questo film. Ma i suoi momenti migliori sono quelli più tranquilli e umani”.
Alcune opinioni sono più caute: “C’è molto che mi è piaciuto, ma la prima parte è impantanata in talmente tante spiegazioni e nuove trame che la sensazione è che avrebbe dovuto essere a sua volta fatto di tre film”, ha scritto Mike Ryan di ‘Uproxx’. Perplessa su alcuni punti anche Laura Prudom di ‘Ign’: “I picchi di emozione sono spettacolari e ci sono molte ricompense (alcune meritate, altre no). Ma alcune scelte sembrano voler correggere per forza delle cose da Gli ultimi Jedi e altre proprio non hanno senso”.
E’ interessante notare come questa nuova trilogia Disney compia, nel suo piccolo, lo stesso percorso compiuto in grande dalle tre trilogie nel suo complesso. Il risveglio della Forza poneva le basi, come fece la trilogia originale di Lucas, Gli ultimi Jedi provava a osare, a mescolare le carte, a giocare l’inaspettato, come la trilogia prequel degli anni 2000. Questo le rimette in ordine, e corrisponde alla medesima trilogia di cui fa parte. E forse è proprio questo, così stabile e così rassicurante, ma anche privo di grossi guizzi, il significato dell’equilibrio nella Forza che tutti, in questo universo come in quello dentro lo schermo, sembrano desiderare.
Chi poi ha ancora fame, può visitare la mostra Star Wars Heroes – Gli eroi di Star Wars scolpiti nella memoria, allestita nella Galleria Sala Blu di Via del Teatro Pace 3 a Roma, dove gli scultori italiani Paolo Noto e Fabrizio Lorenzani hanno impresso nel marmo i personaggi protagonisti della saga, da Rey a Kylo, facendoli apparire per quello che in effetti sono: autentiche icone di uno dei miti moderni più potenti che esistano.
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