VENEZIA – Sviluppato e prodotto all’interno dell’undicesima edizione della Biennale College Cinema e proiettato all’80ma Mostra di Venezia, L’anno dell’uovo è l’esordio di Claudio Casale al lungometraggio. Un debutto difficile, perché difficile è il soggetto – il destino di una coppia in attesa in un figlio ed entrata a far parte della comunità dell’Uovo, una setta – ma non lo svolgimento.
Casale affida infatti questo racconto a tre distinti capitoli, sciorinando le vicende tra “Guscio”, “Albume” e “Tuorlo”. A leggerli, i titoli dei tre atti possono strappare una risata, ma L’anno dell’uovo è serissimo e mantiene il controllo del “mischione di culture e religioni diverse” che questa setta rappresenta.
Ogni sezione dell’uovo ci avvicina ai personaggi che lo circondano, componendo un girotondo spirituale e umano di tutto interesse. Quando Gemma (Yile Vianello) perde il figlio, la coppia si divide e inizia un percorso in attesa di un nuovo sconvolgimento capace di riunirli. Vita e morte sono al centro di tutto, sono l’uovo su cui si fonda culto. La comunità vive in una grande famiglia e la coppia ne accetta le stringenti regole in cerca di una nuova pace tra preghiere e atti spirituali.
Il culto dell’uovo, guidato dalla Guru Rajani (Regina Orioli), si pone così come alternativa all’incessante frastuono del mondo, sommerso da un ibrido di reale e virtuale che priva ogni individuo, coppia e famiglia di trovare l’essenza di un rapporto non mediato dal materialismo imperante.
“In una società che appare sempre più complessa e fuori controllo – dichiara Casale in merito al film – tanti scelgono la chiarezza offerta da una micro comunità. E in un mondo che glorifica il materialismo, l’eco di una spiritualità a portata di mano attira sempre più persone”.
Casale aveva già partecipato alla Mostra del Cinema, ma nella sezione Venice VR Expanded. Nell’opera Om Devi. Sheroes Revolution si occupò proprio di religione, in particolare del rapporto tra questa e le donne nell’induismo. Il regista ha firmato la sceneggiatura de L’anno dell’uovo assieme a Claudia De Angelis e Milo Tissone. Il racconto segue le tappe di un viaggio – da qui il senso di una divisone per capitoli in tre atti distinti – alla ricerca di una speranza perduta. La comunità, setta inevitabilmente estrema, è un punto d’arrivo del tempo presente, agitato da rumori che spingono al desiderio di un mondo altro, isolato dal resto e, perciò, pericolosissimo. Il finale, aperto a letture paranormali, sospende alcuni interrogativi mossi dal film ma rilancia allo spettatore il senso di mistero che questo viaggio porta con sé.
Di Alessandro Cavaggioni
Intervista al regista e sceneggiatore Stefano Sollima, e agli attori Pierfrancesco Favino e Gianmarco Franchini
Torna a Roma, dal 15 al 17 settembre 2023 SCOPRIR - Mostra di Cinema Iberoamericano, giunta alla sua undicesima edizione. Quest’anno verrà presentata la sezione Espacio Femenino, ciclo del cinema dedicato alla cultura femminile
Dopo avere scoperto il palmarès di Venezia 80, è il momento di rivelare i primi cinque classificati della prima edizione del FantaLeone di CinecittàNews, il primo fantasy game dedicato alla Mostra del Cinema
“La ricerca, lo sviluppo e la centralità delle produttrici italiane” è il titolo dell’incontro promosso da DOC/it, associazione dei Documentaristi e delle Documentariste italiane, nell’ambito del Venice Production Bridge di Venezia che si è tenuto durante l'80ma Mostra