CANNES – Nasce dall’inchiostro delle pagine del Diario, come una silhouette che si compone dalle gocce del liquido nero che sale dalla carta e si materializza nell’aria in una suggestiva coreografia visiva: è Kitty, colei a cui Anna Frank “scriveva” nel suo “quaderno”, immaginandola come l’amica cui raccontarsi, e che Ari Folman, sceneggiatore e regista israeliano di rara sensibilità, ha scelto come filo rosso di Where is Anne Frank?, Fuori Concorso, film in animazione che parla universalmente, sin dall’adolescenza almeno, come universale è il tema che l’autore porta per mano sino al presente.
“Niente del film vuole comparare l’Olocausto con le situazioni dei rifugiati contemporanei: gli eroi del film sono gli attivisti – come Kitty o Peter, ladruncolo dal cuore buono – perché i milioni di vittime di questi drammi sono da sempre soprattutto i bambini, come Ava (piccola rifugiata). La missione della stampa è fondamentale, non deve cercare di trovare parallelismi ma essere capace di innescare un dialogo a partire dal film, creando una discussione di massa”, puntualizza l’autore, che aggiunge: “Cerco di vivere con una visione ottimista verso le persone, ma percepisco una politica cinica. Il Diario è per me un pezzo di cuore e mia madre mi ha permesso di restituire la giusta dimensione di questo film”, dedicato ai nonni da Folman, entrati nel campo nella stessa settimana di Anna e della sua famiglia, una pagina nera della Storia, che nella visione si personifica come alti trampolieri neri, mascherati, incappucciati: i Nazisti.
“Il film è intrattenimento, non politica” afferma il produttore Yves Kugelmann, “ma è importante portatore d’attualità, speriamo anche i media aprano la porta per un dialogo. Anna Frank è un’ambasciatrice per la nuova generazione”.
Un film con un significato e un significante profondissimi, in cui la componente animata dona quell’immediatezza di cui il “genere” è maestro, così da riuscire ad entrare ancor più al cuore dello spettatore. Yoni Goodman, capo animatore, riflette come: “Il Diario suggeriva un forte immaginario, lei è stata una grande narratrice. L’animazione per questa storia è fondamentale affinché questa memoria non vada mai persa. Per questo film ho incontrato una motivazione e una generosità mai viste”.
“E’ stato un film a cui il gruppo di lavoro è stato devoto”, conferma Folman.
“La visualizzazione di Anna”, continua Lena Guberman, art director e illustratrice, “mi ha fatto connettere con lei, seppur non sia stato un progetto semplice. Il Diario oggi è a disposizione dei bambini e dei più giovani, e l’animazione lo rende ancor più accessibile. La grafica scelta è realistica, con tre differenti stili, un gioco di design tra passato e presente, tra l’Amsterdam attuale, la fantasia e l’antica Grecia, nel nome della libertà e del colore, seppur tutto tenda al minimalismo”.
In un’Amsterdam invernale e innevata, il film s’anima nel Museo dell’Olocausto, cui causa un temporale la teca che costudisce il Diario di Anna Frank si rompe, appunto espirando la figura di Kitty, come un fantasma all’interno dell’esposizione, ma non altrettanto quando all’esterno e portando con sé lo scritto stesso, come fosse un amuleto, ma soprattutto una sorta di Bibbia per lei, che “cerca di conoscere” Anna, in ogni angolo della città, e la “trova” nell’ospedale, nella scuola, nel teatro, nel ponte fluviale, perché “ogni cosa” porta il suo nome oggi, ma non è quello che conta: d’accordo il ricordo, ma il fine del Diario è essere un monito per il futuro. “Ho provato a stimolare la non-memoria: bisogna educare, far sapere cosa succede nel mondo, si tratta di un ponte tra le generazioni, come quello tra Anna, Kitty e Ava. Le mie figlie stesse sono cresciute con il progetto, per me una cosa magnifica”, spiega ancora Folman, che nel racconto rende appunto coprotagonista anche la bambina rifugiata, fine ultimo dell’operato di Kitty, perché “il progetto era connettere passato e presente, in cui Kitty infine si sacrifica, e in cui il messaggio è l’importanza dell’attivismo”, la cui efficacia l’autore mette in scena, nella sequenza finale, quando viene accordata la restituzione del Diario al Museo, secondo un equo do ut des, per cui poi viene concesso che i rifugiati possano raggiungere L’Aia.
Where is Anne Frank? è atteso nei cinema francesi dal 24 novembre 2021.
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