L’affaire “Don Quixote”: Paul Branco vs Terry Gilliam

Paulo Branco e la compagnia Alfama Film hanno intrapreso un’azione legale per evitare la proiezione a Cannes del film di Terry Gilliam The Man Who Killed Don Quixote come chiusura il 19 maggio


Paulo Branco e la compagnia Alfama Film hanno intrapreso un’azione legale per evitare la proiezione a Cannes del film di Terry Gilliam The Man Who Killed Don Quixote come chiusura il 19 maggio. Branco e Alfama sostengono che il film non possa essere proiettato senza l’approvazione dell’azienda. Branco e Gilliam hanno firmato un contratto nell’agosto 2016 dando al produttore i diritti, ma il budget non si è concretizzato e Gilliam ha trovato nuovi sostenitori che hanno avviato il progetto. Questo ha portato a uno scontro tra le parti che sostengono ciascuna di aver prodotto il film (che tra l’altro ha una storia decennale travagliatissima alle spalle).

La corte sentirà le parti il 7 maggio, il giorno prima dell’inizio del Festival. “Voglio che il mio posto come produttore sia riconosciuto”, ha dichiarato a ‘France 2 France’ Branco, dicendo di Gilliam: “Questa sorta di arroganza da parte di un grande regista inglese contro un piccolo produttore portoghese, deve finire”. Nello stesso programma, Gilliam ha risposto: “Paulo Branco sostiene di essere il produttore di questo film … Ma ha lavorato a questo film per quattro mesi”.

In tutto questo Cannes si difende. In una nota fermata dal presidente Pierre Lescure e dal delegato generale di Cannes Thierry Fremaux si legge: “Questo tipo di dispute non sono inusuali, il festival è regolarmente aggiornato sul loro sviluppo, ma non può certo prendere posizione su questa material. Di conseguenza, dopo lunga considerazione e dato che il film sembrava poter essere rilasciato in contemporanea, abbiamo deciso di inserirlo in selezione ufficiale. La missione del festival è di scegliere i lavori sul piano prettamente artistico e la selezione deve soprattutto avere l’approvazione del regista, e questo è il caso. Esperienze passate ci hanno reso consapevoli di possibili azioni legali e ci prendiamo i nostri rischi quando succede. Quando abbiamo preso la nostra decisione niente si opponeva alla possibilità di proiettare il film al festival. Quindi non abbiamo né agito alla leggera né forzato la mano, come il signor Branco ha detto alla stampa”.

Dopodiché la nota specifica che quella di Branco sembra una minaccia e che “il festival rispetterà la decisione della giustizia, quale che sia, ma si tratta di stare dalla parte dei cineasti e di Terry Gilliam, sapendo l’importanza per lui di questo progetto e le vicissitudini che ha passato. La sconfitta sarebbe cedere alla minaccia, nel momento in cui due cineasti invitati in concorso sono agli arresti domiciliari nel loro paese e il film di Wanuri Kahiu, Rafiki, subisce la censura in Kenya, è più che mai importante ricordare che gli artisti hanno bisogno che noi li sosteniamo e non che li attacchiamo, e questa è e resterà sempre la tradizione del festival di Cannes. L’uscita del film in Francia resta dunque programmata per il 19 maggio in 300 copie e con serenità il Festival attende la scelta del Tribunale”.

30 Aprile 2018

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