Claustrofobico, pieno di acqua, con una inquietante presenza (quasi una citazione di Alien di Ridley Scott) e un’eroina più tosta e piena di testosterone di qualsiasi macho Underwater di William Eubank (The Signal), in sala dal 30 gennaio con The Walt Disney Company Italia, si presenta come un horror-thriller molto sottomarino e buio dove i protagonisti hanno quasi sempre addosso una tuta non molto diversa da quella degli astronauti e dove spicca la presenza esile, ma solo fisicamente, di Kristen Stewart nei panni di Norah, coraggioso ingegnere elettronico.
Ci troviamo nel più profondo degli oceani. Qui una base mineraria che ricorda tanto le atmosfere di Solaris scava una trivella sottomarina extra-large costruita per sopportare l’incredibile pressione del fondo del mare. Ma dopo quello che sembra un devastante terremoto, si scatena l’inferno tra i membri dell’equipaggio dell’operazione mineraria Kepler. Gli allarmi suonano all’impazzata mentre tutta la struttura minaccia di essere spazzata via da fiumi d’acqua che si aprono la strada dappertutto con violenza inimmaginabile. Norah e gli altri pochi sopravvissuti, come il capitano Lucien (Vincent Cassel) e la studentessa di biologia marina Emily (Jessica Henwick), non riescono a inviare una richiesta di soccorso e non possono neppure fare affidamento sul sottomarino di salvataggio che è andato distrutto. L’unica scelta è camminare sul fondale marino per raggiungere una trivella distante e abbandonata, la Roebuck, sperando che le sue apparecchiature siano ancora funzionanti, o che ci sia un numero di capsule di salvataggio sufficiente a portarli tutti in salvo. Ma il loro viaggio diventa sempre più inquietante quando iniziano a sospettare di non essere soli e che c’è qualcosa di molto grosso che li sta inseguendo da vicino.
“All’inizio del film Norah viene colta completamente alla sprovvista – afferma Kristen Stewart che nel film recita con capelli cortissimi ossigenati -. Quando la trivella esplode, viene colta letteralmente con le braghe calate, al mattino, mentre si sta lavando i denti. Nei momenti traumatici, le persone tendono a lasciarsi sopraffare dalle emozioni o mostrare lati diversi, mentre Norah è chiusa in se stessa e un po’ distaccata dal punto di vista emotivo. Nel corso del film – continua l’attrice- , scopriamo che si trova nel bel mezzo di un processo piuttosto intenso di elaborazione del lutto, e pensa di non avere più nulla da perdere. Proprio quando potrebbe essere troppo tardi, si accorge che c’è sempre qualcosa da perdere. C’è sempre qualcosa per cui combattere. La vita è preziosa. In quel momento si rimette in piedi e diventa un’eroina”.
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