Matthew Vaughn e Mark Millar, all’esordio sul grande schermo con Kingsman – Secret Service, adattamento dell’opera a fumetti (Millarworld, disegni di Dave Gibbons), si erano ripromessi pubblicamente che, se il racconto per il cinema fosse stato un successo (ha incassato oltre 400 milioni di dollari), ne avrebbero scritto un seguito: Kingsman – Il cerchio d’oro non è però tratto da un fumetto, ma nasce come opera originale per il cinema.
Il cattivo da combattere rimane il centro narrativo; lo spirito del film, tra spionaggio e commedia, ovvero lo spunto per cui nacque il primo capitolo – una discussione tra Millar e Vaughn in cui secondo entrambi i film di spionaggio sono diventati “troppo seri” – lo riconosciamo con piacere anche ne Il cerchio d’oro, ma due sono le novità che permettono l’evoluzione del racconto: l’alleanza dei Kingsman (servizi segreti indipendenti i cui agenti portano i nomi dei Cavalieri della Tavola Rotonda) con gli Statesman, la loro controparte statunitense, una dinamica interessante, che avvicina due dimensioni così ben legate a luoghi geo-politici diversi, necessaria dopo che il quartier generale dei britannici è stato distrutto e la sicurezza mondiale è quindi minacciata. Assistiamo, poi, all’ingresso di un profilo femminile, Julianne Moore, nel ruolo della villain: è Poppy, testa assoluta del più importante cartello internazionale della droga, con la passione per gli anni ’50, una riuscita soluzione – soprattutto scenografica – che usa il vintage più pop e iconico per controbilanciare la perfidia dell’essere umano. Un’altra figura femminile esordisce nella saga: Halle Berry, con un ruolo che nel suo arco di sviluppo lascia l’apertura effettiva ad un profilo da vera protagonista (dell’annunciato terzo capitolo). Piume, glitter e Elton John nella parte di se stesso: il cantautore inglese interpreta un ipercromatico, pittoresco, spassosissimo ruolo, tra le grinfie della malefica Poppy.
Ritroviamo invece, con un po’ di stupore, ma con piacevole continuità, Colin Firth, nel ruolo di Harry Hart, nome in codice Galahad – il personaggio da lui interpretato era stato freddato, nel primo film, dall’antieroe Richmond Valentine, ovvero Samuel L. Jackson.
Il film, coerente con il primo capitolo per iperdinamismo, adrenalina amalgamata a commedia, robotica avveniristica ed eleganza sopraffina, accelera proprio quando Firth torna completamente in scena nei panni del “kingsman”, assente invece nella prima parte per consentire alla narrazione una contestualizzazione del presente, che permetta di spiegare la sua presenza dopo la creduta morte, un prologo forse un po’ troppo prolisso. Il film è stato girato tra la primavera e l’autunno dello scorso anno, con inizio il 15 maggio 2016 a Birmingham, ma non mancano altre location, tra cui una tutta dichiaratamente italiana: il Monte Bianco e i suoi vertiginosi precipizi innevati fanno da sfondo ad una delle sequenze di maggior azione del film. Il regista ha già annunciato lo sviluppo in corso del terzo capitolo, mentre Kingsman – Il cerchio d’oro esce in sala per 20th Century Fox il 20 settembre, ma siamo solo alla “fine dell’inizio”, come recita il finale del film.
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