CANNES – Tre forme di gentilezza (?) vengono raccontate nel trittico di storie che Yorgos Lanthimos porta in concorso al 77° Festival di Cannes. Dopo i quattro Oscar e il Leone d’oro per Povere creature! era molto atteso questo suo nuovo film che lo vede di nuovo dirigere Emma Stone, per la terza volta dopo La favorita e appunto dopo il ruolo ormai iconico di Bella Baxter.
Diciamo subito che questo Kinds of Kindness, tra i film più attesi del festival, è un passo indietro sia perché non del tutto riuscito sia nel senso che sembra essere un tentativo di tornare alle origini, ma pur sempre in un contesto internazionale per cast e produzione. I tre episodi, poi, non sono tutti allo stesso livello e c’è una certa meccanicità delle situazioni che ruotano tutte attorno a dinamiche di potere nella coppia o in contesti umani e sociali più ampi, manipolazione e sudditanza psicologica.
Girato a New Orleans nel 2022 durante la post-produzione di Povere creature!, il film punta molto sulla scelta di utilizzare gli stessi attori per le tre storie. Tra cui Margaret Qualley (la figlia di Andie McDowell, attrice in grande ascesa), Jesse Plemons, Willem Dafoe, Hong Cha e Hunter Schafer, supermodella e attivista transgender, oltre appunto alla “favorita” Emma Stone. Anche la casa di produzione è la stessa, la Searchlight che compie trent’anni e li festeggia proprio qui a Cannes nei prossimi giorni.
Ci riportano al Lanthimos degli inizi e al suo teatro della crudeltà, le tre favole nere, scritte con Efthimis Filippou (Alps, Dogtooth, The Lobster, Il sacrificio del cervo sacro). Nel primo atto (La morte di R.M.F.) Plemons è un impiegato completamente in balia del suo boss (Dafoe) che ha indirizzato tutta la sua vita e scelto persino la donna che avrebbe dovuto amare e sposare, ma una sua disubbidienza (si rifiuta di investire e uccidere un uomo) provoca una punizione spropositata e abissale. Nel secondo atto (R.M.F. vola) Plemons è un poliziotto che non riconosce più la moglie (Emma Stone), tornata dopo una breve sparizione in mare, la donna è del tutto cambiata con una deriva splatter che comprende anche atti di cannibalismo. Nel terzo atto (R.M.F. mangia un sandwich) Emma Stone è affiliata a una setta guidata da un ambiguo santone erotomane (Dafoe) che l’ha costretta ad abbandonare la famiglia per dedicarsi alla ricerca di una persona che sappia resuscitare i morti.
“Le storie si intrecciano tra loro in un modo che non è necessariamente chiaro – ammette Emma Stone – ma ho pensato che fosse un’idea davvero elettrizzante”. E ancora: “I tre personaggi che interpreto sono completamente diversi, ma l’elemento ricorrente che ho identificato è questo equilibrio fra il desiderio di essere amati, accettati e controllati, e la voglia di essere liberi e in controllo di se stessi, che però porta alla perdita dell’amore”.
Il film esce in Italia il 6 giugno con Disney.
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