CANNES – Sala quasi piena, un piccolo applauso a fine proiezione e l’entusiasmo palpabile dei co-produttori tedeschi di ZDF Enterprises e Dramedy Productions: presentato oggi al Miptv di Cannes, il detective-drama Maltese di Gianluca Maria Tavarelli ha incassato un buon risultato alla sua prima “uscita” ufficiale. A rappresentare la serie, in onda dalla prima settimana di maggio in prima serata su Rai Uno, c’erano Luca Milani di Rai Fiction e Nicola Serra per Palomar: assente giustificato il regista Tavarelli, diventato papà proprio in queste ore.
La storia, che prende le mosse dall’improvviso trasferimento del commissario Dario Maltese (Kim Rossi Stuart) da Roma a Trapani, si ambienta nella Sicilia degli anni ’70, “nella golden age della mafia italiana – ha spiegato Serra – prima della grande stagione dei magistrati antimafia”. E la prima puntata, aperta da una sequenza che strizza l’occhio a un altro tipo di “romanzo” criminale (adrenalina e pistolettate sulle note di Fortunate Son dei Creedence Clearwater Revival), lascia intuire l’ambizione degli sceneggiatori Leonardo Fasoli e Maddalena Ravagli di superare il canone classico del genere: “Maltese nasce dal desiderio di dire qualcosa di nuovo in un setting solo apparentemente tradizionale. Certamente i primi riferimenti sono a La Piovra e a Montalbano, ma Maltese ha uno sguardo diverso. La regia e la musica sono molto moderne, e anche la presentazione dei caratteri dei personaggi, ricchi di sfumature e non semplicemente buoni o cattivi, è qualcosa che abbiamo fortemente voluto. Maltese – ha concluso Milani – è uno dei migliori prodotti di questa stagione”.
Soddisfatti anche i partner tedeschi di ZDF: “L’Italia ha sempre contato su produzioni di alto livello, ma negli ultimi cinque anni, tra Gomorra, Suburra, 1992 e Il giovane Montalbano ha raggiunto i vertici di qualità dell’industria televisiva europea”. E tedesca è anche una delle protagoniste della serie, Rike Schmid, nei panni di una fotografa ricalcata sulla figura della reporter e “fotografa della mafia” Letizia Battaglia, attiva nella Sicilia di quegli anni. “Battaglia ci ha fornito il suo materiale fotografico, ma non l’ho mai incontrata personalmente per preparare il mio personaggio – ha detto Schmid a Cinecittà News – Sono entrata nel ruolo osservando i suoi lavori, le sue foto, e davvero non mi capacito di come il suo talento non l’abbia fatta diventare una fotografa di fama mondiale”.
Nella finzione televisiva, per calare credibilmente l’attrice tedesca nel ruolo, la siciliana Letizia Battaglia è diventata così Elisa Ripstein, siciliana d’adozione ma originaria di Stoccarda: “Il cambiamento di prospettiva è motivato – dice Schmid – perché aiuta a definire il senso di un personaggio che è una outsider, una donna che partecipa all’azione restandone ai margini”. Stesso trattamento anche per il personaggio di Francesco Scianna, che in Maltese interpreta un giornalista ispirato ai grandi cronisti vittime di mafia (Mauro De Mauro, Mario Francese, Mauro Rostagno e Giuseppe Fava quelli citati nelle note della produzione). “Lavorare a fianco di due attori come Scianna e Rossi Stuart è stato davvero gratificante – ha detto Schmid – anche per il loro stile completamente diverso. Francesco è più classico, Kim imprevedibile. Ama improvvisare, è sempre alla ricerca della verità di un gesto, di un dettaglio, di una sequenza. Lo apprezzo molto, anche se nelle scene in cui recitavo in italiano era molto esigente”.
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