Ken Loach: applausi a suon di musica

Applausi a tempo di musica Irish alla proiezione stampa di 'Jimmy’s Hall', il film ‘musicale’ che Ken Loach ha dedicato alla figura di Jimmy Gralton


Il protagonista, realmente esistito, è un giovane irlandese che a cavallo tra gli anni ’20 e i ’30 diventò leader sindacale e politico, guidato dallo spirito di solidarietà, dalla voglia di tenere unita la sua comunità attraverso il ballo e la musica jazz, importata dall’America. Dovendo fronteggiare però la dura opposizione dei tradizionalisti e della potente chiesa cattolica locale, che riteneva indecorosi i suoi atteggiamenti e quelli dei suoi seguaci. Protagonista è Barry Ward, senz’altro un buon candidato per il premio alla migliore interpretazione maschile. Il regista ha dichiarato che questo sarà l’ultimo suo film con attori, lasciando presagire un futuro dedicato al documentario.

E’ vero che non lavorerà più a un film di fiction?

Beh, quando l’ho detto ero molto sotto pressione e mi trovavo davanti una montagna di lavoro. Pensavo: non ce la farò mai. Alla fine invece ce l’ho fatta, in qualche modo ci si arriva. Vedremo, è difficile pensare di smettere del tutto. Magari una piccola produzione potrei anche considerarla…

Un film è in grado di cambiare la società?

Se così fosse, ci sarebbe da preoccuparsi. No, un film non deve avere una risonanza esagerata, anche perché attorno ci girano dei soldi. Deve invece dare il suo contributo e aggiungere qualcosa alla discussione pubblica. Il nostro compito è quello di sfidare l’autorità, ma poi è lo spettatore che deve elaborare e decidere cosa pensare, da sé.

Sono passati quasi dieci anni dalla Palma d’oro per Il vento che accarezza l’erba. Possiamo considerare questo film una sorta di seguito concettuale?

Perché no. Lì parlavo della guerra civile e di indipendenza, un momento molto importante della storia dell’Irlanda. Qui esaminiamo un momento storico dove c’è speranza, dove si vede un movimento in favore dei poveri e ancora si sperava che le cose migliorassero. In questo caso ci concentriamo su un villaggio, quindi un microcosmo, che serve però da lente di ingrandimento per arrivare a parlare di quello che accadeva in tutto il paese.

Questo potrebbe essere in assoluto l’ultimo film girato e montato su pellicola in 35 millimetri. Che ne pensa del dominio del digitale? Sarà costretto a convertirsi?

Beh, con il digitale diventa tutto più veloce, ma proprio per questo si presta poca attenzione a ciò che si fa. Lavorando in maniera tradizionale, devi fisicamente tagliare la pellicola, quindi lo fai con calma, parli col montatore, ti prendi un caffè. E’ tutto più umano. Hai a che fare con qualcosa che si vede e si tocca. Comunque, in sostanza, ci siamo trovati in difficoltà perché pur avendo finito di girare il film ci mancava il nastro numerato che serve per coordinare il suono con l’immagine. Abbiamo chiesto aiuto a Steve Bloom, editor della Pixar, che ha trovato questo materiale ormai rarissimo in magazzino. Se avessimo dovuto convincere qualcuno a farlo da zero, sarebbe costato tantissimo. I giovani amano la tecnologia tradizionale. Personalmente il fatto che stia sparendo mi fa paura, quello che spero è che possa coesistere al fianco del digitale. Bisognerebbe lanciare qualche appello a proposito.

Nel film colpisce la figura del prete di provincia che si oppone al protagonista…

Siamo stati attenti a renderlo tridimensionale come personaggio. Certo è un solido dogmatico che si lancia in una campagna contro il jazz e la musica, ma non solo. Alla fine riconosce Jimmy come avversario degno di rispetto e capisce che anche lui crede in qualcosa. Tanto che si trova ad ascoltare dei dischi per capire cosa il popolo veda nel suo antagonista, senza deviare dalla sua linea. Ma la ferocia della Chiesa non va dimenticata. Non dimentichiamo che qualche anno dopo questa storia avrebbero mandato dei volontari a combattere in Spagna a fianco di Franco. Il potere dei preti nei villaggi era notevole, avevano una grossa influenza sulla popolazione, un potere ai confini col magico, controllavano tutto, dall’educazione ai trasporti.

Un altro protagonista è la Hall stessa, dove si suona e si balla ma si apprendono anche l’arte e la letteratura in maniera alternativa rispetto a quella imposta dall’educazione clericale…

Ci siamo documentati e l’abbiamo ricostruita con fedeltà a Glasgow, per poi trasportarla nella location pezzo per pezzo. Ma poi abbiamo dovuto distruggerla, per la scena dell’incendio. C’erano anziani nel villaggio che erano presenti ai fatti narrati e li ricordavano ancora. Molte notizie su Jimmy erano scomparse, come se avessero voluto cancellare la sua presenza dalla storia. Quindi alcune cose le abbiamo inventate. Non sappiamo se avesse davvero una donna o una relazione segreta, ma tutti ci hanno confermato che non importava. Se anche l’avesse avuta, questo non lo avrebbe distratto dalla sua causa.

E ora come funziona il mondo?

Si cerca ancora di mettere a tacere i dissidenti. Pensiamo al caso Wikileaks. Ma non può esistere in alcuna parte del mondo il pensiero unico, uno spazio di libertà è necessario e l’unico modo per far funzionare le cose è preservare il diritto a protestare. Jimmy Gralton, ai suoi tempi, rappresentava tutto ciò. Se oggi fosse vivo, si opporrebbe al neo-liberismo, alle lobby e alle multinazionali che controllano tutto, anche la democrazia. Ci tengo a sottolineare che tengo ai personaggi che abbracciano la vita, anche attraverso la danza. I membri della classe operaia, in quel periodo, erano considerati alla stregua di delinquenti, ma non era così. Erano contadini e lavoratori, ma sapevano anche fare poesia, arte, danzare, ballare, esprimere la propria coscienza politica e far valere le proprie esperienze.

22 Maggio 2014

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