Chi punta oggi sui giovani attori? La risposta arriva da un primo sguardo al cast del nuovo film dei fratelli Taviani, Maraviglioso Boccaccio. Nel paese in cui sembra esserci sempre meno spazio e attenzione per le nuove leve e troppo per orde di ultraquarantenni costretti a diete, palestre e make up per sembrare più giovani, arrivano due “eterni ragazzini”, classe ’29 e ’31, a scommettere su un cast di under 35. A dividere il set con i più noti Carolina Crescentini, Kasia Smutniak, Riccardo Scamarcio, Jasmine Trinca, Michele Riondino, Vittoria Puccini e Flavio Parenti, i due registi toscani hanno chiamato infatti a raccolta una lunga lista di talentuosi poco più che ventenni, da Fabrizio Falco a Rosabell Laurenti Sellers, passando per Barbara Giordano, Ilaria Giachi, Miriam Dalmazio, Melissa Anna Bartolini, Beatrice Fedi, Camilla Diana, fino a Niccolò Diana (classe ’96). Ma c’è chi a passare per ragazzino non ci sta: “Ho 27 anni, giovane non mi sento più tanto: sul set de I Borgia i protagonisti avevano vent’anni, solo in Italia siamo considerati piccoli”.
A parlare è l’attore Josafat Vagni, anche lui nel cast di Maraviglioso Boccaccio. Le riprese iniziano il 31 marzo in Toscana e i due registi così hanno parlato del loro nuovo progetto: “Raccontiamo questa storia, anzi queste storie, ispirate con libertà al Decamerone, perché accettiamo la sfida: ai colori cupi della peste – ieri come oggi la peste, in varie forme, è dappertutto – contrapporre i colori trasparenti dell’amore, dell’impegno, della fantasia. Poi c’è il caso, come sempre, ma questo renderà più appassionante il nostro racconto”. Il film è prodotto da Donatella Palermo e Luigi Musini (Cinemaundici e Stemal) con Rai Cinema, in coproduzione con Bis Films (Francia), con il sostegno del Mibact e il contributo di Eurimages.
Vagni, da quasi 10 anni lavora sodo nello spettacolo, dividendosi tra teatro, televisione e cinema. Ha attraversato serie tv di successo come Boris e Romanzo criminale, al cinema l’abbiamo visto prima scontrarsi in tribunale con Pierfrancesco Favino in A.C.A.B. di Sollima, poi protagonista in tutt’altre vesti della graziosa commedia degli equivoci Come non detto di Ivan Silvestrini, accanto a Monica Guerritore, Ninni Bruschetta e Francesco Montanari. “Dopo quell’esperienza ho scoperto che le difficoltà restano le stesse: andando avanti le riserve di entusiasmo che ti sei creato con i lavori ben riusciti vanno scemando, parallelamente alla tua situazione finanziaria. Per fortuna esistono i Taviani”.
Com’è andato il vostro primo incontro?
Mi hanno chiamato per il provino, volevano vedermi per una cosa, alla fine ne abbiamo fatta un’altra. Sono contento che abbiano scelto un cast giovane: hanno necessità di far narrare la loro storia dai ragazzi, proprio come fece Boccaccio. Non posso dire molto sul film, abbiamo firmato tutti una lettera di riservatezza, il progetto è top secret. Ma il provino è stato da brividi.
In che senso?
Fare un provino con i Taviani è come fare un workshop dei più preziosi. Ti senti come fossi tra coetanei, si mostrano liberi e aperti nel parlare dei sentimenti e nel confrontarsi direttamente con te, senza intermediari. Ti guardano in faccia, ti dicono: “Non stiamo facendo una soap, abbi sempre rispetto per questo mestiere”. Ti chiedono di rifare lo stesso testo con tre cambi sentimentali ma “senza inventare, e senza sospiri”. E soprattutto, sono attenti a ciò che dici anche se rispetto a loro hai una quantità infinitamente minore di esperienza.
Si aspettava che proprio loro puntassero su un cast così fresco?
Solo loro potevano fare una scelta del genere, con quella testa e quella maestria. Hanno vinto un Orso d’oro facendo recitare i carcerati, hanno fatto risuonare la poesia a Regina Coeli, se non è quella una visione di insieme e una grande intuizione artistica non saprei indicarne altre. Sono due registi rivoluzionari, i più scrupolosi di tutti: non ti lasciano solo, danno una disponibilità rara in questo ambiente. Non ho mai avuto confronti così aperti con un regista finora.
Come si sta preparando per il ruolo?
Sto facendo la mattina equitazione, il pomeriggio seguo un corso con un altro animale – mi spiace non poter dire oltre di più – in attesa delle prove. Per il resto, per fortuna ho fatto teatro: quando c’è il sipario ci sei solo tu e la tua capacità di fare. Bene, quella sintesi che deve diventare vita poi te la porti dietro sul set, ti resta come bagaglio anche al cinema. Non vedo l’ora che sia maggio, per iniziare a girare.
Rossi Stuart, Riondino, Scamarcio, Crescentini, Trinca: sarà in buona compagnia, sul set.
Terrò orecchie e occhi spalancati, comunque sul set puoi imparare anche dalle maestranze. Se poi hai colleghi così avviati, che hanno lavorato ovunque e con i migliori, è una fortuna. Un momento, li ho chiamati davvero colleghi? Ho sbagliato. Loro non lavorano con me al ristorante.
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